Pd si va in Prefettura, solidarietà da Sbic “hanno voluto umiliare la città

“Una gravità assoluta che non trova precedenti nella storia della politica abruzzese” queste le parole del Pd sulmonese dopo le vicende di poche ore fa che hanno animato il consiglio comunale.  “Il voto determinante del Presidente dell’assemblea Civica sulmonese ha impedito, di fatto, la costituzione del gruppo consiliare del Pd al Comune. Da oggi il Presidente del Consiglio Comunale della nostra città ha scelto di rappresentare solamente una parte dell’Assemblea, rifiutando e calpestando il suo ruolo istituzionale primario che è quello di garanzia”.

Sono chiari, la Di Marzio non li rappresenterà più, le accuse alla presidente del consiglio sono quelle di un comportamento fazioso e inaccettabile che non può essere tollerato e che segnaleranno nelle prossime ore alle competenti.

E lo faranno a partire dal Prefetto, e non solo, per verificare se siano state lese le prerogative dei componenti dell’assemblea civica. Il Pd ritiene che la Presidente Di Marzio debba assumersi la responsabilità rispetto alla gravissima decisione presa. “Non esiste alcun punto del regolamento comunale di Sulmona che dia diritto al Presidente del Consiglio di richiedere autorizzazione scritta ai segretari del Pd, regionale e provinciale, per procedere alla creazione del gruppo Pd”. Esiste invece sottolineano, un circolo locale, con un suo segretario democraticamente eletto e che rappresenta ben 300 iscritti. “Questo Circolo oggi è orgoglioso della decisione assunta dai Consiglieri comunali Antonio Di Rienzo, Bruno Di Masci e Fabio Ranalli che hanno deciso, in una fase assai difficile per la città ed il territorio, di scegliere il Partito Democratico per proseguire la propria esperienza amministrativa”

Sulle interferenze di dirigenti regionali sulle scelte sulmonesi il Circolo Pd di Sulmona, conferma il proprio impegno e la propria determinazione a lavorare prima di ogni cosa per la città, i sulmonesi e per tutto il territorio.

A parlare invece di maggioranza teleguidata dai cacicchi D’Alfonso e Gerosolimo, è Sbic che accusa  “ha voluto umiliare la città impedendo la costituzione di un gruppo consiliare, quello del Pd”.  Affossata per Sulmona Bene in Comune  la volontà di un partito e il diritto alla autonoma determinazione di un gruppo (consistente) di cittadini.

“A noi non interessa ricostruire la nefanda strategia delle telefonate notturne, dell’isteria conclamata, delle decisioni prese da un segretario e smentite da un presidente di Regione” e aggiungono “A noi interessa rendere chiara la situazione agli occhi di tutti: questa città, fin quando ci saranno i Casini e i Gerosolimo ad amministrare, non si potrà risollevare aggrappandosi alle sue Istituzioni, questa città se la dovrà vedere con le proprie forze”. Una città che dovrà per Sbic, contare su se stessa ritrovando l’orgoglio delle sue capacità sepolte e far leva sulle forze che covano e che “saprà ergersi solo aggrappandosi ai propri beni comuni e saprà così riscattarsi dai cacicchi sequestratori”

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