E’ uno sgarbo istituzionale, secondo la sindaca di Sulmona Annamaria Casini, quello fatto dal presidente della Regione Marco Marsilio nel comunicare in una conferenza stampa il suo sostanziale no all’istituzione della zona rossa. Secondo la Casini Marsilio avrebbe scaricato “sulla Asl ogni tipo di responsabilità. Dal canto suo la Asl continua a ripetere che la situazione è sotto controllo – scrive la sindaca -. Ancora una volta ne prendo atto, ma non sono assolutamente d’accordo. Intanto non lo sono con le sbrigative giustificazioni di Marsilio il quale, in qualità di Presidente di Regione, è titolare del potere di indirizzo e programmazione regionale in materia sanitaria e dovrebbe essere punto di riferimento di una intera comunità regionale. Non lo sono poi con la Asl perché la mappatura completa delle oltre 150 persone (tra personale sanitario e pazienti), da me imposta con ordinanza (ma in realtà già fatta dalla Asl due giorni prima, ndr), è ancora in corso di esecuzione e troppi sono ancora i dipendenti e familiari da sottoporre a tampone”.
La sindaca si dice allarmata, perché sono in aumento i casi positivi tra i familiari di chi lavora nella clinica (dei sette casi registrati oggi nel Centro Abruzzo, due sono riferibili al carcere e cinque alla clinica) e parla di “atteggiamento superficiale” assunto, pronta, dice, ad emanare un’altra ordinanza non è chiaro di quale tipo. “Una cosa è sicura – aggiunge -. C’è il tempo delle scelte ed il tempo delle responsabilità. In questo senso dovrà poi essere l’Autorità competente ad eseguire gli opportuni accertamenti”.
Intanto pazienti e personale della clinica continuano ad essere costantemente monitorati: oggi un altro, o forse due, pazienti ancora, saranno trasferiti all’Aquila dopo aver eseguito controlli ed esami all’ospedale di Sulmona (che resta no Covid), come richiesto da una direttiva Asl contro cui si è scagliata la Cisl che ritiene inopportuna la valutazione dei pazienti da parte del personale dell’Annunziata, avendo la clinica tutte le possibilità di personale e macchinari per valutare eventuali ricoveri.
Oggi alla San Raffaele sono stati eseguiti altri settanta tamponi tra personale, pazienti Covid e no Covid, secondo il protocollo di sorveglianza imposto dalla Asl.
Attualmente ci sono 17 (che potrebbero diventare 16) pazienti Covid ricoverati sui 25 totali (compresi i due deceduti) risultati positivi. E’ probabile che nei prossimi giorni saranno trasferiti tutti nel capoluogo.
perfetto, i pazienti malati accertati, partono dalla clinica attrezzata meglio dell’ospedale vanno all’ospedale di cui sopra per fare esami che potrebbero , come detto fare anche meglio in clinica. poi se sono malati , che già si sapeva, vanno all’aquila se no tornano in clinica, misteri della sanità abruzzese, per cui ogni malato che entra , sembrereebbe senza motivo, all’ospedale , che non è nemmeno attrezzato come di deve per tenerlo, che ci va fare?
per infettare qualcun altro?