I sacrifici, le bugie in buona fede e le rivincite prese dalla vita nonostante la giovanissima età. C’è tutto nell’intervista che l’attore sulmonese Andrea Fuorto ha rilasciato a Vanity Fair. L’attore di Patagonia (nelle sale cinematografiche dallo scorso 14 settembre) ha raccontato dell’interpretazione nelle vesti di Yuri, protagonista del film di Simone Bozzelli, ma anche dei tanti retroscena della vita di un attore una volta spenta la cinepresa. Insomma, quella cornice di nome vita che viene prima e molto dopo il “ciak, si gira!”.
Perché oltre alla storia ambientata sulla costa abruzzese del lungometraggio c’è quella vera di Andrea, che ha vissuto a Sulmona fino alla maturità, prima di intraprendere la carriera cinematografica. E proprio di Sulmona parla Fuorto: della sua città e delle incomprensioni che può portare l’inseguimento di un sogno, sia nelle relazioni tra coetanei e sia con i più “grandi”.
“Le mie professoresse dicevano che avrei dovuto ripiegare su altro – spiega Andrea su Vanity Fair -, mentre alcuni compagni mi prendevano in giro perché dicevano che recitare era da gay. Non ho mai ascoltato le loro parole, e mi sono sempre concentrato su me stesso. Ricordo che, da ragazzo, aiutavo mio nonno, che era contadino, a seminare il grano. Buttavo i semini qui e lì e lui mi rimproverava. Diceva che più metti dedizione e amore nel prima, e più raccoglierai i frutti dopo. Odiavo stare in campagna, ma non posso che ringraziarlo per quelle parole”
E a proposito di rivincite: “Qualche tempo fa la preside del mio liceo, la stessa che mi aveva sospeso perché diceva che facevo l’attore in classe, mi ha chiesto di incontrare i ragazzi per parlare del mio lavoro: è stata una bella rivincita”.
Appena 25 anni e già diversi film su curriculum. Tra questi anche l’Arminuta, ispirato dall’omonimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, che ha ricevuto il premio Flaiano e il David di Donatello come miglior sceneggiatura adattata. Traguardi che si raggiungono solo attraverso il sacrificio, fin da piccoli come ha spiegato Fuorto: “A 13 anni, quando sognavo di fare l’attore e mia madre mi ha regalato un corso in una scuola di recitazione a Pescara. Tutti i giorni, dopo la scuola, prendevo il treno da Sulmona e rientravo a casa la sera alle undici. Su quei vagoni quasi vuoti, mentre leggevo e facevo i compiti, mi sentivo libero di fare ciò che volevo senza rendere conto a nessuno. A Sulmona soffrivo per non sentirmi capito. Agli amici dicevo che andavo a Pescara non per studiare recitazione ma per giocare a calcio, faceva più macho”.
Ma poi arriva Roma, l’iscrizione alla Volonté e i primi ciak. Un sogno, quello di Andrea, che nella capitale ha anche dovuto fare i conti con un episodio di violenza nella capitale. “Dopo i primi due mesi subisco un’aggressione da cinque ragazzi che di notte mi picchiano con una spranga senza un motivo – racconta Fuorto -. Dovevo accettare quello che mi era successo e farlo diventare parte di me, non potevo restare nel trauma e rifiutarmi di andare avanti. Certo, i primi sei mesi avevo un po’ paura ad andare in giro, ma se fossi tornato a Sulmona non me lo sarei mai perdonato. Se credi in te stesso, qualsiasi ostacolo è fatto per essere o scavalcato o buttato giù a testate”.
Ora, per Fuorto ci sono i riflettori, il red carpet e, magari un giorno anche una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Tanta carriera ma anche uno spazio per costruire una vita priva: “Sogno di continuare a fare questo lavoro fino a quando sarò in vita – conclude su Vanity Fair – e avere una famiglia e dei figli. Sogno di essere padre, che penso sia la realizzazione più grande per un essere umano”.
Bravo Andrea e complimenti a tua madre e tuo padre, che ti hanno capito ed assecondato.
Andrea ho avuto la gioia di viverti da piccolo tu e Lulli nel mio cuore sempre,ti voglio bene e sei il mio orgoglio ❣️
SULMONA E IL CENTRO ABRUZZO SONO, ANZI SIAMO (MI CI METTO ANCH’IO) ORGOGLIOSI DI TE E MAGARI UN GIORNO VORREI AVERE L’ONORE DI CONOSCERTI PERSONALMENTE…BRAVISSIMO E UMILE COME SEI MERITI TANTO,UN CARO SALUTO PER TE DA C7SULMONA