Sono rimasti a digiuno, ieri, gli alunni della materna di Campo di Giove: il loro pranzo, infatti, si è fermato al cimitero di Sulmona, dove i carabinieri hanno fermato l’auto del Comune che trasportava i pasti. Una panda con il sedile abbassato e, sembra, anche in condizioni igieniche precarie: quanto basta, comunque, perché i militari sequestrassero il mezzo (per trasporto non consentito di alimenti) e, soprattutto, allertassero la Asl. E’ da qui, ora, che potrebbero arrivare i guai peggiori per il Comune, perché le violazioni alle norme igieniche, a partire dalla rottura della catena del freddo, potrebbero mettere nei guai diverse persone, a partire dai responsabili del Comune di Campo di Giove.
In tutto in auto c’erano dodici pasti che erano stati forniti dalla EP, la stessa ditta che si occupa della refezione scolastica a Sulmona, destinati ai sei bambini della materna, alle maestre e al personale non docente. Tutti rimasti a digiuno ieri a pranzo.
La Asl ora dovrà verificare i termini del contratto di appalto, anche per definire le responsabilità di questo trasporto non autorizzato che, comunque, va ormai avanti da un paio di anni.
A spiegarlo è il sindaco di Campo di Giove, Michele Di Gesualdo: “Il servizio prima era svolto dal ristorante di mia suocera – spiega il primo cittadino – poi quando sono diventato sindaco ha dovuto interrompere la fornitura per incompatibilità. Abbiamo fatto un bando per affidare il servizio, ma non ha risposto nessun ristorante del paese, evidentemente i numeri sono talmente bassi che non conviene. Per questo ci siamo rivolti alla EP, con la quale, per risparmiare, avevamo preso l’accordo di prelevare i pasti all’ospedale con un mezzo del Comune e portarli a Campo di Giove. Mezzo che, però, non è adatto, anche se i pasti erano trasportati in contenitori sigillati e a norma”.
Il rischio di rimanere a digiuno, spiega il sindaco, sarà scampato per questo scorcio di fine anno scolastico: sarà infatti la EP, con il Comune chiamato a pagare un sovrapprezzo, a trasportare i pasti dal centro di cottura di Pratola Peligna alla scuola materna di Campo di Giove. Si presume, questa volta, con un mezzo adatto.
“A settembre poi si vedrà – continua il sindaco – facciamo molta fatica nei paesi interni per mantenere servizi fondamentali ad evitare lo spopolamento”.
… quindi, mangiano in dodici, sei bambini e sei tra personale docente e non… per ogni bambino c’è un adulto che usufruisce del pasto… ma un pasto preparato a Pratola quando arriva a Campo di Giove è ancora un “ pasto mangiabile “?
Per legge non è consentito portare il pasto da casa, invece mangiare un pasto cotto tre ore prima è salutare. Poi per 6 bambini più che una scuola rappresenta una famiglia
i piccoli comuni montani hanno bisogno di leggi favorevoli e diverse dalle citta .
in un paese sono quasi tutti parenti …..credo che se la suocera del sindaco avesse continuato a fare i pasti per i bambini sarebbe stata la cosa migliore per tutti.
Davvero dufficile far rimanere la gente in queste piccole realtà .
Esiste l’art. 44 della Costituzione totalmente inapplicato.
Una domanda, nell’articolo si parla di auto del comune utilizzata per il trasporto. Il sindaco non sapeva che era illegale questa cosa?
alcune leggi dovrebbero esser derogate per i piccoli centri, altrimenti lo spopolamento sarà una conseguenza inevitabile. i sindaci devono poter avere più potere di assegnazione senza sottostare alle norme delle grandi città in termini di appalti. piena solidarietà al sindaco. spero si possa trovare una soluzione magari con dei contenitori certificati che possono esser trasportati anche su auto ad utilizzo diverso.