I carabinieri della compagnia di Sulmona e quelli del Nas di Pescara hanno effettuato ieri una ispezione nel centro cottura della EP a Pratola Peligna: una visita finalizzata anche e soprattutto ad acquisire documenti sui rapporti che intercorrono tra la società napoletana che si occupa di refezione e il Comune di Campo di Giove, al centro di un’inchiesta che riguarda la fornitura e soprattutto il trasporto dei pasti per la scuola materna del centro montano. Il 24 aprile scorso, infatti, i carabinieri fermarono nei pressi del cimitero di Sulmona una Fiat Panda del Comune nella quale, senza rispettare la normativa in materia, sistemati nel portabagagli dell’auto, c’erano dodici pasti destinati a bambini, maestri e personale non docente della materna Franco Di Paolo.
I militari hanno acquisito in particolare il contratto che lega la società di servizi e l’ente per verificare quali fossero gli accordi tra le parti. Accordi che prevedevano il ritiro nel centro cottura dei pasti da parte del Comune che, però, avrebbe dovuto poi trasportarli in paese su mezzi adeguati. Una scelta che, per stessa ammissione del sindaco Michele Di Gesualdo, era stata presa due anni fa per risparmiare, dopo che il ristorante che forniva i pasti in paese venne escluso dal servizio per questioni di incompatibilità, essendo l’attività della suocera del sindaco.
La prima violazione in materia sarebbe legata proprio al trasporto, effettuato senza adeguata copertura igienico-sanitaria (con l’impossibilità di mantenere la catena del caldo-freddo) e affidata a personale non qualificato. Ma le conseguenze dell’inchiesta potrebbero investire anche la stessa EP, perché a differenza di quanto previsto nell’accordo, anche qui per risparmiare strada e tempo, lo scambio della merce non avveniva al centro cottura di Pratola, ma all’ospedale di Sulmona, dove la EP, che fornisce anche la mensa ospedaliera, ha un punto di smistamento.
A seguito del fermo, che ha comportato il sequestro della merce e del mezzo, dal primo maggio scorso il servizio viene effettuato in paese direttamente dalla EP, con ovviamente costi aggiuntivi per il Comune che ora, però, dovrà probabilmente rispondere dei due anni in cui il servizio è stato svolto in sostanziale illegalità. Un problema che dal prossimo ottobre potrebbe gravare ulteriormente sul costo del servizio di refezione scolastica.
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