Parco fotovoltaico: sfratti a vigneti e colture per 30 ettari

Le cartoline cominceranno ad arrivare nei prossimi giorni e non saranno auguri di San Valentino. Certo non dichiarazioni d’amore. Anzi: “sfratti” per oltre centocinquanta appezzamenti di terreno per un totale che supera i trenta ettari di estensione che saranno espropriati dall’Arap per motivi di “pubblica utilità” nel territorio del Comune di Sulmona. Un progetto di cui i più, certo non i proprietari interessati, sanno niente, ma il cui avviso per la procedura di esproprio è stato pubblicato lo scorso 13 dicembre sul sito dell’agenzia regionale. Non proprio frequentatissimo e visibilissimo, a dire il vero, anche se si tratta di una delle più vaste operazioni di esproprio pubblico degli ultimi anni. Tant’è che trascorsi i trenta giorni concessi per acquisire la documentazione e opporsi, agli sportelli degli uffici di Cepagatti non si è presentato nessuno.

I terreni saranno acquisiti da Arap Energia, che è una società mista pubblico-privata (con il 49% di quote di un privato), che a Sulmona realizzerà un grosso parco fotovoltaico, tra la zona di Santa Brigida e Santa Rufina. Si tratta perlopiù di terreni dediti oggi alle coltivazioni, seminato irriguo e perfino vigneti, che, alla faccia dell’argine che si sta cercando di imporre per il consumo del terreno, saranno ricoperti da pannelli fotovoltaici.

“Seppur seminati – spiegano da Arap – questi terreni rientrano nel perimetro del Nucleo industriale e di conseguenza non rientrano nei limiti di consumo del suolo previsti dalla legge. E’ come se si insediasse una fabbrica, insomma, e la procedura di esproprio è consentita senza ulteriori limitazioni”.

Il parco fotovoltaico, il secondo dopo quello avviato al Nucleo di Avezzano, produrrà circa 22 Megawatt e servirà a produrre energia per aiutare gli insediamenti produttivi nel nucleo industriale di Sulmona. In realtà più che con un risparmio dei costi energetici, con la garanzia di una stabilizzazione del suo prezzo: l’energia elettrica prodotta verrà infatti reimmessa in rete, ma Arap Energia garantirà contratti fissi con i consorziati. La prospettiva è anche quella di avviare un circuito virtuoso di autoconsumo e sfruttare, in tal senso, anche gli incentivi statali previsti dalle comunità energetiche.

Il progetto, avviati gli espropri, avrà l’autorizzazione entro l’anno, per essere messo a regime produttivo nel 2026.

Salvo le legittime perplessità dei proprietari dei terreni, alcuni dei quali vedranno espropriarti una parte dei loro possedimenti e un’altra parte no. Per buona pace di vigne e orti.

8 Commenti su "Parco fotovoltaico: sfratti a vigneti e colture per 30 ettari"

  1. È interessante capire come possa l’ente pubblico deputato allo sviluppo delle iniziative economiche coniugare l’interesse della collettività tramite un soggetto a partecipazione privata. Un ente poi che non naviga di certo nell’oro. Probabilmente con una procedura ad asta avrebbero potuto attirare il miglior offerente su scala nazionale senza creare un soggetto misto che ovviamente chiederà il giusto compenso. Ai posteri l’ardua sentenza.

    • Nelle società miste la selezione del socio privato avviene attraverso procedure a evidenza pubblica, normalmente una gara.

  2. Ma cosa sta accadendo alla nostra Sulmona !?
    Ormai tra bretelle ferroviarie inutili, buche della cogesa che si duplicano, centrale turbogas, parco fotovoltaico…stiamo distruggendo un territorio !!

  3. Al di là dei risvolti economici dell’intervento (piuttosto impegnativo sotto il profilo finanziario) e delle legittime procedure di pubblicazione degli espropri, visto il suo notevole impatto ambientale (si tratta di un campo da 22 Megawatt) viene da chiedersi come mai non se ne sia mai discusso nelle opportune sedi politiche ed amministrative locali, benché la nostra città vanti presenze in seno al CdA ed agli uffici amministrativi di ARAP.

  4. Quindi, salvo imprevisti, entro il 2026 le aziende del Nucleo Industriale avranno una “boccata” d’ossigeno….pardon di WAT da un’impianto a emissioni zero. Trattandosi di terreni inseriti nel “patrimonio” del nucleo ( “Seppur seminati – spiegano da Arap – questi terreni rientrano nel perimetro del Nucleo industriale e di conseguenza non rientrano nei limiti di consumo del suolo previsti dalla legge. E’ come se si insediasse una fabbrica, insomma, e la procedura di esproprio è consentita senza ulteriori limitazioni”.) si spera che non gli si faccia la fine del raccordo ferroviario MAI arrivato, seppur con vari lustri di ritardo, a dare ossigeno a un Nucleo in fase pre agonica.

  5. Povera Sulmona.
    Terra di conquiste oramai.Tutti gli impianti impattanti e inquinanti in questa vallata e nemmeno un sindaco che possa dire la sua.Complimenti
    E per le prossime elezioni i sulmonesi continuano a prendere ordini da politici che nulla hanno a che fare con Sulmona e che vogliono solo sfruttarla.

  6. World Economic Forum | 30 Gennaio 2025 at 14:54 | Rispondi

    Non avrai nulla e sarai felice.

  7. La cosa che preoccupa è che invece di impiantare industrie in grado di offrire posti di lavoro consumano il suolo a loro disposizione (vd. destinazioni d’uso) per impianti automatici con pochi posti di lavoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*