Palazzo Mazara, parzialmente accolto il ricorso di Colaiacovo. Comune obbligato a pulizie e disinfestazione

Accolto, seppure in modo parziale, dal Tribunale di Sulmona il ricorso per provvedimento d’urgenza proposto per ottenere la pulizia di Palazzo Mazara da parte del Comune. A proporre il ricorso è stato l’avvocato Vincenzo Colaiacovo, quale proprietario di una porzione del “Palazzo Mazara”.

I lavori, come prevede la decisione del Giudice, Giulia Sani, dovranno essere eseguiti entro i prossimi 45 giorni. Pulitura radicale e disinfestazione delle parti esterne. Pena una sanzione di 50 euro per ogni giorno di ritardo, nonché la condanna alle spese di causa. Il ricorso è stato accolto solo in parte. Il Comune, infatti, ha dimostrato che la parte interna del palazzo risulta pulita, e senza danni. Discorso diverso per facciata e loggione.

C’è anche l’auspicio che il Comune possa provvedere “in futuro periodicamente senza dover indurre a nuove ed ulteriori iniziative giudiziarie. Il Tribunale evidenzia come “l’istruttoria espletata ha anzitutto dimostrato l’esistenza del fumus boni iuris, ossia la situazione di incontrovertibile degrado determinata dalla presenza incontrollata di volatili, vivi e morti, in relazione alle porzioni esterne di “Palazzo Mazara”. Tale situazione si ravvisa “sia nel cortile interno sia nelle terrazze di proprietà comunale del primo piano (con fontana) e del secondo piano”.

Il Tribunale ha ravvisato, inoltre, il “periculum in mora”, ossia il pericolo che perdurando in quelle zone esterne tale situazione di degrado e sporcizia per il tempo necessario ad un ordinario giudizio di merito, possa derivare un grave danno non solo al godimento e al decoro dell’immobile di proprietà del ricorrente, ma soprattutto alla salute, in considerazione delle scarse condizioni di igiene che ne derivano.

“Ritengo che l’ispezione disposta dalla Giudice sia stata rivolta ad acquisire le prove delle condizioni del Palazzo al di là dei soliti interventi dell’ultimo minuto – precisa l’avvocato Colaiacovo – ai quali l’ente si è dedicato in oltre dieci anni di indolente gestione della sua proprietà in Palazzo Mazara, un luogo dove fino al 2016 si celebravano matrimoni per le rare caratteristiche architettoniche del loggiato e della terrazza con la fontana pensile, teatro anche di rilevanti concerti notturni dubito dopo il restauro voluto e realizzato nei primi anni Ottanta. Poi il decadimento, accelerato anche dall’insensato sgombero del gennaio 2017 ordinato dalla sindaca in carica, che ha riguardato addirittura anche il mio appartamento e che è stato giustamente sospeso dal TAR. Da anni adesso il Palazzo Mazara, nella parte del Comune, è sottoposto a lavori da fabbrica di San Pietro”.

Con un altro provvedimento, la Giudice ha preso atto che il Comune ha ottemperato nella scorsa estate ad una ordinanza data lo scorso anno da altro giudice per la tenuta di dissuasori e rete atti ad impedire l’ingresso e lo stazionamento di volatili. Anche per questo procedimento il Comune è stato condannato al pagamento delle spese di causa.

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