“Non possiamo né entrare né uscire”. Sembra una citazione di Aldo Baglio ripresa dal film “Tre uomini e una gamba”, e invece è la cruda realtà che si trovano ad affrontare circa cinquanta famiglie residenti in via Gran Sasso, a Sulmona. I nuclei famigliari sono ostaggio di una palazzina pericolante, per la quale il Comune ha emesso un’ordinanza di chiusura della strada, per motivi di sicurezza, sia per il traffico pedonale e sia per quello veicolare.
Sequestrati in casa propria. Un paradosso che potrebbe non risolversi presto, visto che i residenti non si trovano di fronte un’ordinanza a tempo, ma “sine die”. In pratica non si sa quando la strada verrà riaperta, e per questo motivo oggi le famiglie hanno organizzato una protesta spontanea, chiamando anche la Polizia Locale per chiedere delucidazioni in merito. Anche perché l’unica via di uscita sarebbe un passaggio semi-privato, e una soluzione va trovata nel più breve tempo possibile. L’assessore ai lavori pubblici, Franco Casciani, ha fatto una valutazione assieme ai tecnici e a un ingegnere, a cui verrà dato presto mandato per demolire la palazzina, o quantomeno una parte di essa, per motivi di ordine pubblico. In particolare preoccupa un balconcino pericolante e, probabilmente, abusivo.
Per la palazzina è già stata fatta, anni addietro, un’ordinanza di ripristino e messa in sicurezza mai ottemperata dal proprietario, un 95enne residente in Australia all’interno di una casa di riposo. L’uomo, che ha un procuratore a Sulmona, è stato denunciato e condannato, ma la proprietà resta pericolante e scalcinata.
A ciò si aggiunge anche il problema del ritiro della raccolta differenziata porta a porta, oltre al fatto che rimane impossibile e vietato per le ambulanze entrare all’interno della strada, rendendo praticamente impossibile il soccorso. Oltre al danno la beffa per un B&B con sede proprio in via Gran Sasso, impossibilitato ad ospitare turisti e visitatori fino a nuovo ordine.
“Per 14 anni nessuno si è mai occupato di questo immobile – ha commentato Franco Casciani -. Abbiamo dovuto mettere mano alla questione e cercheremo di risolvere nel più breve tempo possibile i disagi che questo stabile crea a tutti i residenti”.
Non è accettabile nel 2023 casi di questo degrado in zone di centro storico ma soprattutto dove risiedono famiglie con figli che devono sottostare alla mancata cura di immobili. Una soluzione non deve essere temporanea ma definitiva.