Il Pacco della Vigilia

Quando, inaspettato e improvviso, agli sgoccioli della vigilia della fine  arriva un pacco sorpresa, c’è sempre da temere.

Soprattutto se a consegnarlo è un imperscrutabile Babbo Natale che anche il più piccolo innocente credulone sa essere soltanto un conoscente, prossimo alla famiglia, mascherato per l’occasione per convincerlo a crederci.

Il vero regalo per quel bimbo, più dell’omaggio in sé, sarebbe l’identità del misterioso figuro imbacuccato malamente in quell’abito di carta panno a 10 euro su amazon, che si sforza pure di un timbro baritonale da nonno burbero, come a voler fregare un esperto di cartoons da oscar e animazioni iperrealiste in 3d qual è il piccolo che l’ha già smascherato da tempo.

Invece tutti, perfino i parenti più prossimi che si spacciano per garanti di protezione e verità, si ostinano in quell’insopportabile pantomima di mezzanotte, come spinti da una volontà superiore che volesse alimentare per forza l’imbroglio natalizio.

 

Guarda chi c’è, Babbo Natale!, improvvisa squillante la vecchia zia.

 

Inutile al povero bimbo, protagonista suo malgrado di cotanta farsa, in piedi al centro del tavolo degli avanzi del cenone, scansionare i parenti schierati in cerchio ad assistere all’evento fingendo meraviglia, uno ad uno, alla ricerca dell’assente, quello che in un momento di distrazione sarà andato a mascherarsi in bagno per rientrare Babbo Natale dalla porta di servizio.

Inutile cercare con occhi smarriti il papà a cui chiedere rassicurazioni che sta chiuso con lo zio fingendo una colica da indigestione, o la mamma evasiva fintamente intenta a sparecchiare la tavola, o la sorella che lo stuzzica arcigna, i nonni che tengono il gioco per tenere viva la festa.

Inutile domandare agli astanti in cerchio dove sia finito lo zio burlone allontanatosi improvvisamente dalla tavola imbandita, troverebbe solo scuse palesemente maldestre: è in bagno insieme a papà, a prelevare la nonna non deambulante, ad arrostire l’agnello ormai già digerito.

 

Guarda.. Babbo Natale ha lasciato qui la barba…

 

Non può fare altro, il bimbo, che ubbidire all’incitamento che si solleva all’unisono dal cerchio dei parenti, dai su facci vedere cosa ti ha portato Babbo Natale, come se non sapessero tutti, ipocriti, cosa stesse scritto nella letterina letta ad alta voce prima di cena. Fingendo lucciconi di commozione erano intenti in altro, a stuzzicare un salamino, a commentare l’acconciatura della nuora, a guardare le cosce della giovane vicina, invitata dell’ultim’ora perché abbandonata dal fidanzato, a Cuba con la nuova fiamma.

Così se, finalmente scartato il pacco, il regalo si rivelasse tutt’altro rispetto ai desideri nero su bianco sulla letterina, che so? una centrale di spinta di gas invece del promesso diverso tragitto del metanodotto, il povero bimbo non saprebbe neanche con chi prendersela.

 

Chi si nasconde dietro il Babbo Natale che l’omertà dolosa dei parenti ha tenuto gelosamente segreto e che all’ultimo momento ha confuso i regali sotto l’albero?

Chi lo spingitore di spinte e loro centrali che spinge le renne che spingono Babbo Natale?

Davvero vorreste far credere che sotto la maschera di cartone ci sia davvero lo zio burlone, inadatto e inabile a fare un solo atto per un’intera legislatura che improvvisamente, alla vigilia della fine, alla segruna, avrebbe improvvisato un decreto cosi determinante per le sorti di un intero territorio?

Il bimbo non vi crederebbe, non crede più a Babbo Natale dai tempi di Carosello.

Nemmeno così grave sarebbe l’atto in sé quanto il sotterfugio che la decisione dell’ultim’ora sottende, la più totale indifferenza ai criteri di sicurezza del territorio in bilico sulla faglia appenninica e delle sue genti, che apparecchiavano il cenone natalizio certi delle rassicurazioni sul gasdotto, che mai si sarebbe compiuta la violenza di quella centrale.

 

Può solo salire in piedi sul tavolo, il bimbo, scardinare la stella issata sull’albero, cavarne i fili elettrici ancora scoppiettanti e, puntatili alla gola del parente più prossimo, ordinare al cerchio degli astanti attorno, complici della cumparsata:

Qui dentro non si muove nessuno finché non esce fuori il vero Babbo Natale di questa cazzo di casa.

Cosi lascio voi e me la vedo con lui.

 

Antonio Pizzola

 

 

 

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