Ospedale, pubblicato il bando per l’ala Bolino: 6,5 milioni di euro chiavi in mano entro il 2026

Probabilmente bisogna ringraziare il Pnrr, che con la sua tempistica rigorosa non permette sbavature. Fatto è che dopo anni di attesa e di proteste, finalmente, a breve partiranno i lavori per l’adeguamento antincendio e l’efficientamento energetico dell’ala Bolino dell’ospedale di Sulmona. Il bando è stato pubblicato l’altro giorno dalla Asl: 6,5 milioni di euro a valere, appunto, sui fondi Pnrr che entro il 2026 dovranno essere ultimati. Stando alla tempistica prevista dal bando, in realtà, il cantiere dovrebbe essere riconsegnato anche prima: entro la fine del 2025.

Il cronoprogramma prevede infatti la presentazione delle domande entro il 28 aprile e 910 giorni per riconsegnare le chiavi: 60 giorni per il progetto definitivo, 30 per quello esecutivo e 820 giorni per l’esecuzione dei lavori. Ogni giorno di ritardo o di anticipo sulla tabella di marcia, d’altronde, vale 6,5mila euro (in penalità o premialità).

Con l’intervento sull’ala Bolino, costruita negli anni Novanta e già oggetto di un intervento di miglioramento sismico tra il 2015 e il 2016, l’ospedale di Sulmona aggiunge un importante tassello alla sua infrastruttura, già di per sé, al momento, l’unica antisismica della regione. Almeno per il corpo inaugurato nel 2018.

I lavori da fare, però, sono anche altri: la demolizione dell’ala vecchia (che risale agli anni Sessanta e irrecuperabile), l’interramento della centrale termica e la realizzazione dell’elisuperficie. Tutti progetti che erano inseriti nel programma con cui fino al febbraio dello scorso anno era inserito nella programmazione regionale con una copertura di 10 milioni di euro, poi spostati dalla giunta Marsilio sull’ospedale di Avezzano.

La Regione aveva promesso di recuperare le cifre necessarie e da 10 si è passati ad 8,4 milioni di euro a disposizione. Ora, tolti i sei e mezzo per l’ala Bolino, per le altre opere restano meno di 2 milioni di euro, una cifra che potrebbe non bastare.

Qualche fondo potrebbe essere però recuperato dai finanziamenti previsti per le Case della salute, una delle quali dovrebbe essere realizzata proprio al posto dell’ala vecchia.

Fatta la “scatola”, però, resta sempre il problema di riempirla: con la Asl che ieri ha rinnovato i suoi propositi e i suoi impegni. Ma, in questo caso, non c’è il Pnrr con il fiato sul collo.

31 Commenti su "Ospedale, pubblicato il bando per l’ala Bolino: 6,5 milioni di euro chiavi in mano entro il 2026"

  1. Questa e’ una buona notizia e soprattutto, per motivi personali, contento che si ricordi in uomo politico di sani principi di cultura e che per la nostra città si e’ battuto fino alla fine. Non dimentichiamo che proprio per difendere l’investimento per l’ampliamento dell’ospedale e in particolare dell’ala a lui intitolata, ebbe un infarto durante lo svolgimento del consiglio regionale e da lì a qualche giorno morì. Questi sono uomini che hanno dedicato la loro vita non dimenticando il proprio lavoro e per il bene della nostra comunità. Mentre la città dell’aquila gli ha dedicato una strada, il comune di Roccaraso gli ha intitolato il Palaghiaccio, la regione e Asl un’ala dell’ospedale, la città nella sua municipalità il nulla assoluto. Peccato, non abbiamo memoria….

  2. Dimenticavo, la regione gli ha riconosciuto in tributo culturale intestando al nostro sulmonese la biblioteca presso il consiglio regionale e la municipalità di bugnara ha chiesto e ottenuto per un centro studi giovanile dalla famiglia la sua personale libreria composta da centinaia di volumi anche di pregio. Dovremmo ricordare lui ed altri che tanto hanno fatto per Sulmona ed ai quali non potremmo mai paragonare gli attuali politici. Dovremmo alzare il livello costruire rapporti con il resto della regione e si, anche con il capoluogo che molti disprezzano sentimento figlio dell’ignoranza e ottusità di una scarsa veduta politica e priva di progettualità e programmazione. Studiamo il nostro passato per riprenderci il giusto ruolo ed essere protagonisti e attori del nostro futuro per il bene della nostra comunita!!!!

  3. Per quel che mi riguarda, il fondamento di ogni rapporto umano è il rispetto, non certo il disprezzo. Trovo che in ogni circostanza, prima di giudicare, se proprio se ne avverte la necessità, sia opportuno riflettere e cercare di capire. Ritengo inoltre, come lei, che si cresca in modo ottimale, proprio attraverso unità e coesione, sia negli intenti che nelle azioni, sia tra persone che nel territorio. Ma oltre questa premessa, le chiedo e mi chiedo, è proprio sicuro che il disprezzo di molti per il capoluogo, sia solo figlio di ignoranza e ottusità? Sia un disprezzo fondato sul niente, verso una città, invece, attenta e solidale verso il territorio circostante? Perché ha me sembra, che una parte di “colpe” per questo tipo di sentimento, si possa ravvisare proprio nella mentalità e di conseguenza nelle azioni, di quella città o meglio, di chi,sia in passato, sia oggi, la rappresenta.

  4. Bravissimo!!!
    Il problema vero sono gli Aquilani Come mai ancora qualcuno non lo ha ancora capito?

  5. Scusate il bisticcio di parole ma il concetto e’ quello.Sono indifendibili.

  6. Per gli aquilani siamo disponibili solo per..i rifiuti….

  7. SalviamoSulmona | 14 Aprile 2023 at 09:24 | Rispondi

    Egregio Carlo, concordo sulla critica indirizzata alla nostra municipalità che non ha ha dato alla figura di Bolino il risalto ed il riconoscimento che avrebbe meritato.
    Ciò non toglie che i rapporti di buon vicinato con il capoluogo, quando coltivati, raramente si sono trasformati in buone opportunità per Sulmona e dintorni, basta rendersi conto di come questo territorio sia stato mantenuto costantemente (strategicamente?) ai margini dello sviluppo economico della regione. Tutt’altro che esente da colpe,ci mancherebbe altro, la nostra classe politica dovrebbe recuperare l’antico spirito patriottico e propositivo che pure ha animato in altri tempi le sue decisioni al fine di poter ritrovare la dignità di sulmonesi e di peligni che dovremmo essere capaci di far contare pesantemente al tavolo delle trattative nei contesti decisionali ai vari livelli. Mi perdoni, pertanto, ma non si tratta di ottusità quando si parla in un certo modo del nostro capoluogo regionale, ma bensì di un riscontro,ahimè, nei fatti a volte difficili da da metabolizzare.
    Ossequi

    • Genle “salviamo Sulmona” la sua analisi e’ molto vicina alla realtà pero’ la mia valutazione circa il disprezzo dell’aquila non può che essere confortata dai successivi commenti di taluni. Il mio commento voleva essere propositivo e riflessivo su come dovremmo essere costruttivi per uscire dalla situazione socio, politica, economica e sociale in cui Sulmona sta sprofondando. Mi dispiace davvero perché con immenso dolore ho lasciato Sulmona proprio per l’aquila e non passa settimana che approfitto per tornarvi. Si, gli aquilani non sono il massimo della espressione del rispetto per altri ma anche noi mi sembra che abbiamo degli ottimi esempi…

  8. Mamma che noia! In qualunque articolo entri trovi la solita cricca che, qualunque sia l’argomento, non sa dire altro “Tutta colpa dell’Aquila”!
    Aveva proprio ragione chi mi aveva avvisato: “Quando andrai a Sulmona vedrai che lì tutti quanti hanno il COMPLESSO DELLA CENTESIMA CANNELLA!”

  9. Quindi oltre che ottusi è ignoranti, anche complessati.

  10. Ottusi e ignoranti…

  11. Sig. Mingaver non so a quale “cannella” si attacca… modestamente le consilio di cambiare “cannella”. Mi elenchi un solo beneficio ottenuto da Sulmona da parte della sua amata “aquila mea”? Oltre alla “monnezza regale”…visto che parliamo di capoluogo di Regione?
    Le ricordo che all’epoca del terremoto l’aquila trasferì alcune sedi dell’università a Firenze e non a Sulmona o nella sua provincia

  12. Mingaver, la centesima cannella faresti bene a rivolgerla verso qualche pertugio, capisci a me.
    E poi se hai scelto, come me, di vivere a Sulmona vuol dire che hai fatto una scelta; lo vedi che sotto sotto anche tu in cuor tuo hai decretato la superiorità del nostro gioiello rispetto al tuo tarocco.
    hi hi hi!

  13. Mingaver non ti innervosire, si sa che la verità può dar fastidio.
    Tranquillo

    • LA CENTESIMA CANNELLA.
      Tanto per cambiare, siamo partiti da una qualsiasi notizia inerente il territorio di Sulmona (una delle tante inerenti questo adorabile paesotto; in questo caso l’ ampliamento e la ristrutturazione del suo ospedale) e, al solito, siamo finiti con un attacco frontale contro quella che, di fatto, è una delle città più belle d’Italia e, certamente, la città più prestigiosa e rappresentativa dell’intero Abruzzo, il capoluogo (l’ “ALMA MATER”, potremmo dire) degli Abruzzesi e dei Sulmonesi, quella nobile e storica città un tempo conosciuta ovunque – e non solo a Sulmona – come “Aquila degli Abruzzi”.
      Qual è il motivo di tanto astio antiaquilano? Vallo a sapere! È però ravvisabile a tutti i livelli:
      1) A LIVELLO ISTITUZIONALE, ossia dall’ amministrazione Sulmonese (contro cui di recente la municipalità Aquilana ha, suo malgrado, dovuto muovere il proprio ufficio legale per difendere l’ onorabilità del capoluogo)
      2) A LIVELLO MEDIATICO. Per esempio, non ci vuole molto a capire la serpeggiante tendenza della redazione de “Il Germe” a sparlare del capoluogo, dei suoi abitanti e dai servizi ivi forniti alla collettività.
      3) A LIVELLO DI POPOLAZIONE.
      Basta passeggiare per Sulmona (gran bella città, ribadisco) per rilevare non solo un dialetto e una cadenza più sguaiate che all’Aquila (più “napoletaneggiante” oserei dire, con un eloquio però ben più rozzo che all’Aquila) ma soprattutto un diffuso sentimento antiaquilano.
      PERCHÉ?
      Ci sarebbe da fare uno studio storico (anche antecedente alle sommosse antiaquilane del 1957 al cosiddetto “Jamm’ mo”) e sociologico.
      LA MIA PERSONALE ANALISI,
      mi porta ad ipotizzare che illo tempore Sulmona ambiva essere la “CENTESIMA CANNELLA” dell’Aquila ma che, data la notevole distanza , non poteva ovviamente esserlo. Si è sentita quindi respinta dalla sua madre naturale, quasi come una figlia bastarda o un aquilotto scaraventato giù dal nido, con un trauma collettivo che, a livello subliminale, ha segnato per sempre la comunità peligna.

      • Scusa ma hai visto troppi film di fantascienza.Non c’e’altra spiegazione.

      • a mingaver e ki kasso 6,ma un vaffa te lo meriti proprio di brutto!
        smetti di scivere cavolate, ma la tua maestra ti ha violentato quando eri piccolo??? 6scemovattiafacurare

      • “mingaver”
        puzzi di traditore e tanto altro… vatti a confessa che tu e la tua famiglia si salvi!

  14. Lei rappresenta la perfetta sintesi proprio di una determinata mentalità aquilana. Poi qualcuno mi spiegherà da che parte sta il disprezzo dovuto all’ignoranza e all’ottusita’.

    • Ad uno sciocco non si può associare l’intera collettività, vale per l’aquila e anche per Sulmona. Non scenda allo stesso livello e’ evidente il senso di frustrazione di quel poveretto che si nasconde dietro una tastiera.

  15. Sig. Mingaver le chiedo ancora una volta di “rivelarmi” un solo beneficio a vantaggio di Sulmona da parte dell’aquila mea

  16. Non ti risponde perché non c’è, non c’è stato e non ci sarà mai nessun beneficio per Sulmona e dintorni fino a quando non ci libereremo dal cappio aquilano.
    Via da L’Aquila matrigna.

  17. Magari per mettere la testa nel cappio in pescarese?
    Sulmona non deve attendere sempre l’elemosina dagli altri, deve trovare spunto dalle proprie energie, dalla propria storia e dalle proprie peculiarità. E basta sempre piangersi addosso gettando colpe agli altri senza mai fare un mea culpa, magari piccolo piccolo….

  18. Questione di fiducia | 14 Aprile 2023 at 19:42 | Rispondi

    Sarà grazie alla proprie energie, alla propria forza e alle propria peculiarità che l’Aquila è stata scelta come sede per la centrale unica di coordinamento di tutte le emergenze. Sarà proprio per quelle fantastiche prerogative, che oggi il ministro Piantedosi è stato nella città a firmare il protocollo, per un investimento di 8 milioni di euro. Accidenti, da queste parti non crediamo abbastanza in noi stessi!

  19. Claudio delle 17:40 | 14 Aprile 2023 at 22:22 | Rispondi

    Egregio Claudio delle 18:06, non mi sembra di aver detto che bisogna cambiare padrone..

  20. Purtroppo, caro Questione di fiducia, continuano a puntare su una città scomoda e decentrata solo perché è il capoluogo di regione, continuando a non capire.

  21. Hai detto niente….

  22. Vabbw’ ognuno ha le proprie convinzioni e se le tiene. Per cambiarle occorre talora flessibilità e apertura mentale.
    La teoria della “Centesima cannella”, comunque, deriva da un mio tentativo (svolto con alcuni miei amici giunti proprio dal nostro capoluogo) di svolgere un’analisi sociologica delle ragioni, direi ancestrali, di tale avversione. Uno di questi miei amici ha il padre che 30 anni fa illustrò alla commissione governativa i limiti amministrativi, organizzativi, strutturali e finanziari che si sarebbero determinati nell’istituire la provincia di Sulmona, staccandola dalla “Alma Mater” Aquilana (mi raccomando: “Alma Mater”, non “Matrigna”, come qualcuno scrive. A tal proposito può esser utile un ripasso sulla storia di Amiternum, che v’invito a visitare: magari invierò uno scritto alla redazionede “Il Germe”).
    Questo mio amico mi faceva notare una cosa interessantissima da un punto di vista sociologico.
    Un fenomeno da lui rilevato nei suoi viaggi all’estero.
    Quando un italiano, poniamo di Casalecchio di Reno, va all’estero e gli chiedono da dove proviene in genere risponde “da Bologna!”. Analogamente se un tale proviene (poniamo) da Abbiategrasso risponde “da Milano!”; se uno proviene da Bagheria risponde “da Palermo!”.. e così via.
    E allora ci chiedevamo: perché uno che viene da Sulmona non risponde “vengo dall’Aquila!” come fanno tutti coloro che vengono da una città minore laddove vogliono inquadrare, all’ interlocutore straniero, la propria esatta provenienza?
    Rispondo ora a chi si chiede che benefici riceve Sulmona dall’ Aquila. La risposta è semplice. Sono due municipalità differenti ed ognuna lavora per sé e la propria municipalità.
    Ma quando rivedi una strada rifatta in Valle Peligna, quella è la Provincia dell’Aquila che te la sta risistemando. Quando vedi una scuola funzionante, devi esser orgoglioso di far parte della provincia dell’Aquila.
    Tuttavia, quando prendi il treno per Roma o Pescara devi essere devi sì esser contento che quel treno si fermi a Sulmona ma, al tempo stesso, devi provar rabbia che quel collegamento relativamente rapido e più o meno efficiente (sia pur perfettibile) non ti viene garantito con la stessa efficienza e rapidità quando ti trovi a dover andare verso la tua Alma Mater. E allora dovresti incazzarti di brutto!

  23. … il “ perché “ è… che siamo orgogliosamente PELIGNI… e SULMO ha notevolmente più lustro e storia di una amorfa aquiletta… tra l’altro la “ Valle dei Peligni”, morfologicamente, non ha nulla da condividere con la Conchetta amiternina… Publio Ovidio Nasone scriveva “ Sulmo Mihi patria est”: « Mi è patria Sulmona, ricchissima di gelide acque, che dista nove volte dieci miglia da Roma. »…
    Dov’era L’Aquila mea?

  24. Grande Ninco Nanco..

  25. Mi dispiace che lo spunto di riflessione che avevo scritto scevro da qualsivoglia retropensieri sia servito solo per dare sfogo ad atteggiamenti e valutazioni contro la città dell’aquila. Speravo servisse a ricordare cosa eravamo per avere un guizzo di dignità. Purtroppo Sulmona non potrà mai essere provincia quel treno e’ passato e lo abbiamo perso, non potrà andare con Pescara anche perché ne sarebbe fagocitata dpvrebbe, a mio modestissimo avviso, costruire relazioni uscire dal proprio territorio confrontarsi con le altre città abbruzzesi creare rapporti costruttivi e intercettare parte delle attenzioni e risorse destinate al capoluogo ma parlando con questo e non chiudendosi dentro le proprie mura. Sono assolutamente certo che basterebbe solo iniziare spogliandosi dei preconcetti e provo di pregiudizi. Altrimenti continueremo a piangerci addosso isolandoci sempre di più e cercare ossessivamente le colpe in altri. La vedo dura però’ sia per colpa di alcuni dei nostri al pari di quella di alcuni dell’aquila. Ma qui si vede chi ama la propria terra e va oltre certi pregiudizi.

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