La Asl aspettava la Asl e la Asl, finalmente, è arrivata: ieri negli uffici di palazzo San Francesco è stata infatti depositata la relazione del sopralluogo che doveva effettuare il servizio igiene e prevenzione nel nuovo ospedale dell’Annunziata. Un documento che era atteso da mesi e che era stato sollecitato dagli uffici comunali il 26 febbraio scorso. Un documento senza il quale il Comune non poteva rilasciare l’autorizzazione all’esercizio e che, finora, ha impedito che la struttura, inaugurata in pompa magna il 4 dicembre scorso, potesse aprire i battenti.
Apertura che doveva essere effettiva già da almeno due mesi, così avevano promesso assessori, manager e politici vari.
Meglio tardi che mai, e quel tardi dovrebbe esaurirsi entro fine mese, si spera: il Comune dovrà infatti ora fare le verifiche urbanistiche e tecniche prima di rilasciare l’autorizzazione, con tempo stimato di un paio di settimane. Dopo di che si potrà procedere al trasloco di medici e pazienti, nella speranza che tutto sia operativo come è stato detto.
Da questa data la Asl comincerà a pagare 1,8 milioni di euro l’anno di “affitto” alla ditta che ha realizzato la struttura, fino al riscatto dell’immobile che vale 20 milioni di euro.
Dove invece si continua a pagare da sei mesi senza motivo, è nella palazzina cosiddetta Rubeo alle spalle del nosocomio, dove dovrà andare il distretto sanitario. Qui il contratto di affitto è scattato infatti dall’inizio di novembre scorso: 6mila euro al mese finora buttati, perché in quei locali il distretto finora non è mai entrato.
Anche qui, tra i vari intoppi burocratici, c’era da superare quello dell’autorizzazione all’esercizio che è stata rilasciata finalmente venerdì scorso. I tempi per il trasferimento del distretto sanitario, insomma, dovrebbero essere più brevi di quello dell’ospedale, anche se non mancheranno problemi all’inaugurazione.
L’ingresso della struttura, infatti, è ancora in totale abbandono: una distesa di terra e fango che il Comune non ha ancora asfaltato e sistemato come pure avrebbe dovuto fare. Così come resta un cantiere la strada di connessione alla palazzina, ancora ferma e irrisolta negli accordi tra la ditta, la Asl e il Comune.
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