Orso ucciso, assolto Centofanti

Mancanza dell’elemento soggettivo: il fatto, insomma, non costituisce reato, perché Antonio Centofanti, 60 anni di Pettorano sul Gizio, quella sera del settembre del 2014 sarebbe scivolato facendo partire dal suo fucile un proiettile che ha raggiunto e poi ucciso l’orso che aveva fatto visita, per l’ennesima volta, al suo pollaio in contrada Ponte d’Arce.
L’uomo è stato assolto oggi dal giudice del tribunale di Sulmona, Marco Billi, su richiesta dello stesso pubblico ministero che ha sposato la tesi della difesa, ritenendo credibile ed unica ipotesi conosciuta quella raccontata dal sessantenne.
Restano a bocca asciutta le tante associazioni ambientaliste che si erano costituite parte civile, per una vicenda che va ed andava, soprattutto all’epoca dei fatti per la contestuale morte dell’orsa Daniza in Trentino, oltre il fatto di cronaca in sé, investendo più in generale il difficile rapporto, nelle zone antropizzate a ridosso delle aree protette, tra uomo e fauna protetta.
Questa mattina un gruppo di allevatori e agricoltori ha anche manifestato davanti al tribunale a sostegno di Centofanti e per protestare contro i continui danni arrecati agli allevamenti e alle colture dalla fauna selvatica.
Secondo quanto raccontato dall’imputato quella sera di settembre l’orso fece visita al suo pollaio e quando lui uscì armato per vedere cosa stesse accadendo si vide improvvisamente davanti il plantigrado che lo costrinse ad indietreggiare fino a cadere e battere la testa perdendo i sensi. In quel momento, secondo la ricostruzione del tribunale, partì il colpo che raggiunse alla schiena il povero animale, trovato morto qualche ora dopo lungo la pista ciclabile di Ponte d’Arce.

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