Fratture allo sterno e sette costole fratturate che hanno perforato un polmone provocando un emotorace. Questo l’esito provvisorio dell’esame necroscopico svolto presso l’istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo sull’orso marsicano morto nella notte del 13 agosto a seguito di un incidente stradale sulla rampa di collegamento Sora – Avezzano.
A comunicarlo sulla pagina Facebook del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise il direttore Luciano Sammarone che sente il dovere di sottolineare quanto evidenziato dagli esami condotti sull’animale, “un quadro drammatico” nel quale due sono i fatti oggettivi: il violento impatto con l’auto e la impossibilità di sopravvivenza dell’orso. Precisazioni che Sammarone affida agli stessi social nei quali, tra i commenti alla notizia della morte dell’orso, sono apparsi “insulti di ogni tipo che mettono in discussione non solo la professionalità di chi interviene ma anche e soprattutto le capacità di analisi operata in condizioni critiche”.
Opinioni espresse da chi “a distanza, non può avere tutti gli elementi rispetto a chi è chiamato ad intervenire sul posto” continua Sammarone difendendo professionalità ed esperienza del personale qualificato del Parco che coordinandosi con i Servizi veterinari della ASL, con i carabinieri forestali e ANAS, è tempestivamente intervenuto in “condizioni estremamente precarie e critiche”. Nelle quali, continua il comunicato del Parco, è necessario “operare in sicurezza per le persone e per l’orso e sapersi districare in situazioni emergenziali”.
Rigettando ogni accusa di inefficienza Sammarone ribadisce che il PNALM è intervenuto “in un’area fuori dai suoi confini amministrativi” con personale qualificato dimostrando, ancora una volta, “spirito di collaborazione con tutte le altre istituzioni” per la tutela a conservazione della fauna selvatica. E a chi al Parco addossa la colpa della “fuga degli orsi” per mancanza di cibo il direttore risponde che “la scarsa conoscenza del mondo degli orsi dimostra come le opinioni funzionino più di fatti”. Fatti che invece confermano tutt’altro e cioè che un orso marsicano, di circa 20 anni che a metà agosto pesa di 183 kg “di certo non è affamato né denutrito” ma che, come tutti gli orsi attivi in zona Parco, “approfitta delle opportunità alimentari che gli offrono il territorio e gli uomini”.
Ribadendo che quello appena accaduto è “l’ennesimo drammatico evento in cui un orso muore a seguito di un incidente stradale” Luciano Sammarone ringrazia anche a nome del presidente del Cannata tutto il personale del Parco, “coloro che si sono prodigati per provare a salvare l’orso e tutti coloro i quali ci sostengono” condividendo delusione ed amarezza per la perdita di un altro orso.
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