Di voce in capitolo, ormai, i sindaci sembrano averne sempre meno ed oggi nella riunione del comitato ristretto svoltasi telematicamente non hanno potuto neanche obiettare le scelte fatte. Neanche sbattere i pugni sul tavolo, per richiamare l’Accademia di Verri. Da Sulmona, hanno detto i vertici regionali, i malati Covid saranno trasferiti quando e se si libereranno altri posti in terapia intensiva all’Aquila, ma comunque l’Annunziata dovrà tenere da parte i posti per ospitare chi sarà in attesa di ricovero. Quando ci sarà il trasferimento (c’è chi dice tra non meno di una settimana) poco conta, insomma, perché l’ospedale no Covid è di fatto e resta Covid. E d’altronde l’Abruzzo, che oggi ha registrato il picco più alto dei contagi finora, si appresta ad entrare nella fase quattro, ovvero quella in cui regole e regolamenti saltano davanti all’emergenza.
Nella riunione di oggi si è anche chiarito che i sanitari non saranno tutti sottoposti a tampone, come invece aveva annunciato la consigliera regionale Antonietta La Porta, ma il test sarà eseguito solo a chi ha avuto diretti contatti con i positivi.
Oltre agli alloggi per i sanitari, poi, la Regione ha dato disposizione ai sindaci di trovare anche alloggi per i positivi che non necessitano di ricovero e qui si apre un altro fronte caldo, tra pregiudizi e legittimi timori.
Oggi intanto si registra a Sulmona (ma la persona è originaria di Introdacqua) il settimo caso Covid: un pensionato di ritorno dalla Spagna all’inizio del mese il cui test ha dato esito positivo.
Una decina di tamponi sono stati poi eseguiti a carico del personale della clinica San Raffaele che, però, d’altro canto, continua a non rispondere, neanche alla sindaca, alle richieste di chiarimenti sulle misure di sicurezza adottate. La sindaca ha chiesto in particolare di rimediare spazi da destinare ai sanitari per consentire la continuità delle cure ai pazienti e allo stesso tempo la riduzione del rischio di contagio all’esterno. Finora, però, nessuna risposta.
” pensionato di ritorno dalla Spagna all’inizio del mese il cui test ha dato esito positivo”
Se così fosse e se per inizio del mese si intende i primissimi giorni vuol dire che questa persona ha sviluppato i sintomi a quasi un mese dal contagio, cosa che mette in discussione i 14 gg di quarantena…
ci spiegano gli addetti che la persona ha avuto sintomi a lungo e solo dopo diverso tempo si è recata al controllo
L’idea di creare un ospedale covid nei musp non è realizzabile? Evitando di ingolfare l’ospedale e creando un’area già riservata apposita, l’idea dei musp, già montati e dotati di tutti i servizi, mi sembra una buona soluzione.
qua parlano troppi galli. occorre dare pieni poteri ad un commissario regionale ed oscurare tutti i sindaci che non hanno ne potere e ne competenze. basta chiacchiere. solo così ne usciamo.