La promessa è quella di riaggiornarsi carte alla mano, quelle dell’Arta che attestino parametri sotto limiti di legge e le proposte del Comune di migliorare la viabilità dei mezzi che scaricano i rifiuti nello stabilimento. Oggi a Palazzo San Francesco sono arrivati gli abitanti delle Marane a seguito degli sgradevoli odori che nei giorni scorsi hanno invaso l’area nei pressi del Cogesa rendendo difficile “la vita quotidiana” come hanno spiegato gli intervenuti. Dagli abiti, impossibile stenderli al sole, al mangiare fuori. I disagi riscontrati dalla frazione si percepiscono giornalmente, mentre dall’altra, qualcuno degli intervenuti ha ribadito come una delle zone più belle di Sulmona stia dando una immagine di sé tutt’altro che buona. Chiedono decoro e controllo i sulmonesi.
Sugli odori l’amministratore unico Vincenzo Margiotta ha spiegato la loro origine, quella, almeno, inerente gli ultimi episodi, anche se gli abitanti hanno sottolineato che il fenomeno si rintraccia indietro negli anni. Non solo roba degli ultimi giorni insomma. L’amministratore, dunque, fa risalire la fonte del disagio all’incidente avvenuto il 31 ottobre scorso quando un operaio, alle prese con lavori sul tetto del capannone Tmb è caduto rompendo anche parte delle onduline in plastica. Da questa apertura, dunque, verrebbero fuori i cattivi odori e il blocco della Asl non ha permesso prima la risoluzione. Da domani, tuttavia, i lavori dovrebbero riprendere. Regione e Provincia, si affrettano a spiegare dalla dirigenza Cogesa, sono stati avvisati. Che poi da martedì scorso l’odore non si senta più questo sarebbe dovuto ai cambiamenti della ventilazione. Sulla preoccupazione di possibili conseguenze alla salute dal Cogesa arrivano rassicurazioni, tutto è sotto controllo e non ci sarebbero rifiuti di natura tossica. “Si tratta solo di rifiuti urbani” si affretta a spiegare Margiotta che circa quelli di Roma (altra preoccupazione per gli abitanti) ha spiegato come essi si siano limitati solo a due mesi e fino a giugno scorso; mentre per la sabbia arrivata dal dragaggio di Pescara: è stata utilizzata per coprire un accumulo con un risparmio per le casse aziendale. La soluzione alla quale si potrebbe arrivare, almeno in questo discorso, è quella (ipotizzata) di impianti di deodorizzazione e piante ad alto fusto. Possibilità già al vaglio.
L’altro problema poi è quello della viabilità la cui pericolosità è aumentata proporzionalmente all’aumentare dei mezzi in uso. In questo caso le ipotesi messe in campo sono diverse: dall’utilizzo di un ingresso dedicato tramite una strada secondaria, ad una rotatoria all’incrocio tra via Cappuccini e statale 17, ad un marciapiede per pedoni e ciclisti. Possibilità da valutare e di cui si occuperà il Comune il quale ha messo avanti l’opzione “ristoro ambientale” per sostenere questi investimenti. Se ne riparlerà al prossimo incontro nella speranza che date e proposte possano sedare realmente la rabbia degli abitanti.
Simona Pace
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