Nuovi arrivi e niente partenze: ancora tensioni nel carcere di Sulmona

Prenderanno servizio oggi i 27 allievi di polizia penitenziaria che hanno giurato la settimana scorsa a Sulmona, ma degli arrivi al carcere peligno il governo ne ha svelati solo una parte: prima dei baschi blu, infatti, in via Lamaccio sono arrivati l’altro giorno 12 nuovi detenuti e altri 9 ne arriveranno in settimana. E’ solo l’inizio, a quanto pare, di un processo di popolamento della struttura sulmonese che era stato chiesto di rinviare, almeno fino a quando non sarà aperto il nuovo padiglione e soprattutto non saranno ripristinate la condizioni minime di sicurezza con nuovo personale e interventi nell’area medica.

“Se prima il penitenziario peligno era già sovraffollato ora lo è di più e con tutto ciò che ne consegue in termini di aumento proporzionale dei problemi di gestione degli spazi – denuncia il sindacalista Mauro Nardella – tant’è che per ubicare tutti i detenuti si è dovuto forzare la disponibilità non più concessa agli ergastolani di vivere la carcerazione da soli seppur è da rimarcare il fatto che per loro non è un diritto avere la camera di pernottamento singola.

Non sappiamo a che gioco stia giocando l’Amministrazione Penitenziaria ma di sicuro senza mezzi e uomini l’unico gioco finora intravedibile è quello al massacro”.

Ad accompagnare le preoccupazioni di Nardella, ancora una volta è la cronaca: l’altro giorno un detenuto cinquantatreenne, lo stesso che nelle scorse settimane aveva aggredito il direttore Stefano Liberatore e che era stato trovato con tre etti di hashish nascosti in cella, ha dato di nuovo in escandescenza: sgabelli e tavoli contro gli agenti e persino un fornellino del gas acceso brandito contro i baschi blu. Per lui, nonostante ci sia già la firma del foglio di via dal penitenziario peligno, però, non ancora arriva il “taxi” per il trasferimento: il carcere nel quale dovrebbe andare, infatti, non ha ancora dato il via libera.

In compenso in via Lamaccio gli arrivi continuano e l’ipotesi di utilizzare il nuovo padiglione (che potrebbe aprire tra un mesetto) per decongestionare il sovraffollamento carcerario ed eseguire lavori di ristrutturazioni nei bracci malandati (alcuni anche strutturalmente al limite) sembra essere svanita. La bilancia tra controllori e controllati, anzi, è destinata a pendere sempre più per i detenuti.

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