Senso del dovere e ligi al rispetto delle leggi: i gestori locali di b&b non sembrano esser stati scalfiti dalle ispezioni, denunce e sanzioni amministrative che hanno interessato, nei giorni scorsi, le strutture di ricezione turistica nelle zone di Chieti, Pescara e Teramo. Perché, sì, “le leggi esistono, bisogna rispettarle”, anche se, talvolta, ciò produce una minor soddisfazione del cliente. Difatti, le violazioni maggiormente riscontrate son legate alla somministrazione della prima colazione che, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, deve o dovrebbe essere rigorosamente monoporzione e confezionata.
“È normale provare dispiacere per tali provvedimenti. Siamo, pur sempre, popolo di un Abruzzo forte e gentile, un Abruzzo pronto a tendere la mano e dare conforto, un territorio caloroso e fraterno – commenta Gianluca Casaccia, membro dell’associazione albergatori – allo stesso tempo, però, credo che le leggi debbano essere rispettate, anche se talvolta possano risultare eccessivamente limitanti. D’altronde, sarebbe sufficiente immedesimarsi nella situazione, immaginare un capovolgimento di ruoli: pensare di essere un fruitore e ricevere un’ospitalità non conforme alle norme. È faticoso, talvolta noioso, adempiere gli obblighi ma è naturale ed altrettanto giusto la presenza di questi ultimi, anche se implica, alle volte, rinunciare a ciò che è più accattivante. Per la vista ed il gusto, la torta di nonna Papera sarebbe di gran lunga preferibile a tristi confezioni. I controlli sono inevitabili, la perfezione è difficilmente raggiungibile ma dei corsi di formazione sarebbero sempre utili”.
In verità sono in molti tra i getsori a chiudere un occhio e non certo per superficialità, quanto perchè spesso la differenza la fa proprio quel “fatto in casa” che impazza e fa impazzire le recensioni sui siti specializzati. “L’accoglienza casalinga – spiega un gestore di b&b – è quella più gradita dai clienti, perchè restituisce loro l’autenticità di una terra, oltre che i suoi sapori e le sue tradizioni. La normativa deve essere cambiata, non è in linea con il concetto di ospitalità e genuinità che l’Abruzzo vuole dare. Sono norme che si possono correggere anche a livello regionale, facendo salve le norme igienico-sanitarie che garantiscano la salute degli utenti”. Insomma perchè rinunciare alle pezzelle e al ciambellone fatto in casa, se questo rappresenta un valore aggiunto.
Le ispezioni del Nas nei giorni scorsi, però, hanno messo un po’ tutti in allerta e in molti hanno tolto la torta dal forno per mettere in tavola quella confezionata.
Per il momento nonna Papera dovrà aspettare, lasciare i fornelli e rinunciare a coccolare i suoi clienti, che dovranno accontentarsi di un pasto frugale o se non altro confezionato. Gli sgarri, difatti, si pagano cari e in attesa che le acque si calmino o che la legge cambi ci si rivolge a persone addette e al forno di fiducia, salvaguardando ad ogni modo la clientela, fornendo informazioni su ingredienti utilizzati, date di scadenza e numeri di lotto. “Senza dubbio così rischiamo di perdere le tracce della tradizione d’Abruzzo” spiegano i gestori locali.
In fondo i turisti in Abruzzo vengono anche per quel posto a tavola.
Mariagrazia Verrocchi
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