Non vogliono i cassonetti dei rifiuti davanti casa, condannati dal Tar

L’intento era quello di mettere ordine, dare decoro al paese, evitare le incursioni degli orsi e, soprattutto, permettere ai tanti turisti del fine settimana di avere un servizio più comodo in base alle loro presenze. Per questo il Comune di Pescocostanzo aveva deciso di rimuovere i cassonetti sparsi sulla strada e di creare un “ecopunto” nel quale, oltre al servizio porta a porta, gli utenti potessero lasciare i loro rifiuti anche fuori dagli orari del passaggio del servizio.

L’idea, però, non era piaciuta ad alcuni condomini de Le Tre Betulle, complesso che si trova nella zona nuova nei pressi della chiesetta degli Alpini, che, per questo, si erano rivolti al tribunale amministrativo regionale, pretendendo che la raccolta fosse solo ed esclusivamente porta a porta e chiedendo “i danni derivanti dalla perdita di valore dei rispettivi immobili”. Insomma, quell’isola non piaceva e doveva sparire davanti ai loro occhi, nonostante prima ci fossero comunque cassonetti dell’indifferenziata.

Secondo i ricorrenti, infatti, quegli ecopunti erano isole ecologiche che necessitavano di autorizzazione e violavano il codice della strada.

Oggi, però, il Tar gli ha dato torto su tutti i fronti, condannando il condominio a pagare le spese processuali per 4mila euro.

“La possibilità di procedere alla raccolta differenziata mediante ‘ecopunti’ è espressamente contemplata dalla normativa regionale – scrive il Tar – e ciò al fine proprio di razionalizzare la modalità di raccolta differenziata in base alle concrete esigenze dei singoli comuni. Il Comune si è limitato ad applicare una disposizione di legge chiaramente sovraordinata al Regolamento comunale che dunque non risulta in alcun modo violato”.

Il ricorso è da buttare nel cassonetto della carta.