La fine dell’estate porta con sé una particolare malinconia, che il romanticismo dell’autunno mitiga, ma non annulla.
È autunno: cadono le foglie.
Il profumo della cancelleria ha preso il posto di quello della crema solare. Il crepitio del primo fuoco nel camino ha sostituito l’ultimo ronzio del ventilatore. I collant quindici denari hanno coperto l’abbronzatura ottenuta con tante ore di faticoso ozio al sole.
È autunno: cadono i capelli.
Un giro di calendario e -oplà!- un altro mese è andato. Un mese che mi ha portato belle novità, concrete conferme e il coraggio di decidere. Un mese che è volato come fanno tutti i mesi da un po’ di anni: presto sarà Natale, poi Pasqua e di nuovo estate.
Il tempo corre, ci rincorre e ci raggiunge, sorprendendoci alle spalle con una stagione da vivere per l’ennesima volta, gustando odori, colori e sapori, che ci trasporteranno in un tempo lontano e mai dimenticato.
Mille lire di castagne dentro un cono fatto con la pagina di un rotocalco, i semi dei cachi che celavano all’interno l’immagine di una piccola posata, i golfini lavorati ai ferri con il cotone recuperato da uno scialle di nonna, i pastelli nel borsellino sempre spuntati, con il celeste e il verde più consumati degli altri, tanto vasti erano i prati e tersi i cieli che disegnavo e sognavo. L’infuso di malva contro il mal di pancia, la lacca per capelli sui ricci di mia madre, il fazzoletto di stoffa, a portata di moccio, nella tasca del grembiule, il paltó di fresco lana, le divisioni a tre cifre che non ho mai capito, i pastori in terra d’Abruzzo che rinnovavano la verga d’avellano e Goldrake su TVQ.
Mio figlio dice che il tempo non esiste, che la fisica può farne del tutto a meno, in quanto è solo una percezione conveniente all’uomo.
Io lo guardo, osservo in corridoio la sua foto di quando aveva pochi mesi e rido: se il tempo non esiste, cosa ha provocato questa trasformazione? Se il tempo non esiste, perché aspettiamo con tanta eccitazione che passi, se attendiamo qualcosa di bello? Perché puntiamo il timer quando la torta è in forno? Perché è sempre tardi? Chi ha cambiato le cose?
Mio figlio dice che non devo vivere solo di sensazioni in quanto, anche se a me non garba, l’uomo si è evoluto e ha maturato concetti più complicati di “pappa e nanna”, studiando e ponendosi delle domande.
Mio figlio dice che non capisce come io possa scrivere un blog, visto che quando lui mi chiede aiuto per un tema, non seguo la traccia e mi esprimo come una bambina delle elementari.
Evidentemente non mi sono evoluta: la colpa è sicuramente del tempo che non esiste.
È autunno: cadono le castagne.
Le caldarroste costano 0,25 € cadauna e, se c’è un verme, vogliamo essere risarciti.
È autunno: cadono le mele.
Un maglione, nel negozio giusto,costa quanto mezzo chilo di marroni.
I fazzoletti ora sono di carta e, se dimenticati nelle tasche, rovinano il bucato in lavatrice.
È autunno: cadono le braccia.
I miei capispalla sono tutti di tessuto sintetico e “made in China”.
Per combattere tutti i mali, oggi non bastano più la malva e Goldrake, ma occorre l’aloe vera.
Un altro autunno è arrivato, affinché possa esserci un’altra estate.
Forse è vero che il tempo non esiste, in base a qualche complicata teoria che non ho voglia di capire, però esistiamo noi, la malva, le zuppe di zucca, i melograni, l’aspro odor dei vini e ogni suono, odore e sapore che abbiamo impressi in una determinata fibra del cervello. Lì resteranno per sempre, a ricordarci eternamente di certi autunni.
Come una foto che, pur essendo antica, non è affatto in bianco e nero, perché ogni volta che la guardiamo, la coloriamo di tonalità a noi ben note.
Come se davvero il tempo non esistesse e il presente si fondesse con il passato.
gRaffa
Raffaella Di Girolamo
Bellissimo e complimenti alla scrittrice…mi ha fatto commuovere…brava
Dolce GRaffa❤
E’ sempre un piacere leggerti e comunque le caldarroste a 25 centesimi cadauna è un ladrocinio, con o senza l’inquilino.