Un’assemblea di più ampio respiro, un respiro regionale, quella che i Comitati cittadini per l’Ambiente hanno convocato per il 3 febbraio a Sulmona. La “resistenza” si rafforza, si amplia con il presidio perenne al centro di aggregazione giovanile e raggiungendo la costa per rafforzare la mobilitazione. Ieri, infatti, insieme al collettivo Altrementi i comitati sono arrivati a Pescara dove hanno incontrato la stampa locale. Un modo per aprirsi ed aprire ad altri territori abruzzesi la lotta che da oltre un decennio conducono in Valle Peligna e su suolo nazionale coadiuvati da comitati ed associazioni del territorio peligno, e di tutti quelli che il metanodotto Snam attraverserà. Un tentativo fondamentale, quindi, di sensibilizzazione su quanto si sta consumando circa il progetto della multinazionale del gas e con l’approvazione della centrale di compressione a Sulmona poco prima di Natale.
C’erano anche i comitati mercoledì, in commissione ed assemblea a Palazzo San Francesco, a confrontarsi con i sindaci sostenuti, nelle loro idee, dalle tesi del dottor Maurizio Cacchioni, in rappresentanza dei medici per l’ambiente, e del geologo Francesco Aucone autore di uno studio sull’attività sismica a Case Pente.
Il ricorso al Tar troverà la sua forza nei vizi procedurali riscontrati nella conferenza dei servizi, la scadenza della valutazione di impatto ambientale e l’obsolescenza dell’opera rispetto alle nuove politiche energetiche adottate dell’Unione Europea, nonostante si sia parlato di “interesse comunitario” per lo stesso. E’ questa la strategia messa in piedi dall’avvocato Alfonso Celotto che curerà il ricorso.
I cittadini, intanto, ancora non hanno avuto accesso all’autorizzazione “nonostante le ripetute richieste anche formali” fanno sapere i comitati che, nel frattempo, si stanno riorganizzando per la mobilitazione.
Poichè tutta la catena appenninica è sismica, dove dovrebbe passare un metanodotto? NIMBY?
Ma voi poi, il metano, lo utilizzate nelle vostre case?