Niente rimborsi per i rifiuti Covid, Comuni in difficoltà

Nelle 404 pagine della Legge Finanziaria non ce n’è traccia, eppure, vista anche l’impennata di contagi con cui il Covid ha salutato il 2022, i conti alla fine si presume saranno molto salati. Perché se i vaccini salvano dall’ospedalizzazione e dalle forme gravi della malattia, la positività riscontrata sui cittadini fa scattare comunque il protocollo di sicurezza che prevede, tra le altre cose, una raccolta differenziata a parte per i rifiuti degli interessati dal contagio.

Rifiuti speciali, la cui raccolta e smaltimento rientrano tra quelli speciali pericolosi e che spesso vengono affidati a ditte specializzate esterne.

Una voce in bilancio pesante che i Comuni nel 2020 e nel 2021 hanno sostenuto grazie al cosiddetto “Fondone Covid”, un fondo cioè dal quale hanno potuto attingere per affrontare le spese legate alla pandemia: dai bonus spesa per le famiglie in difficoltà, alla raccolta dei rifiuti appunto.

Per avere un’idea dell’entità della spesa, basti pensare che il Cogesa, che fino a febbraio dello scorso anno aveva esternalizzato il servizio (con costi più alti), chiede ai suoi soci un ticket di 22-25 euro circa ad ogni ritiro, per due ritiri settimanali. A tenersi bassi, calcolando cioè tre settimane di positività, stiamo parlando di almeno 150 euro a positivo. Ed è un budget basso, perché a Pratola, ad esempio, il servizio offerto dalla Diodoro, costa ben 40 euro a ritiro.

Pratola nel 2021 ha speso qualcosa come 100mila euro solo per ritirare i rifiuti dei positivi, a Sulmona non è bastato il fondo da 300mila euro che la Regione ha stanziato, tramite la Protezione civile, appositamente a questo scopo.

Ad oggi in Centro Abruzzo, con i 180 casi di ieri, siamo arrivati ad un totale di 905 positivi, il che vuol dire che attualmente la spesa media per gestire i loro rifiuti si aggira sulle 50mila euro a settimana (calcolando anche i contagi in famiglia).

Sono cifre enormi, soprattutto per i piccoli Comuni dove magari si sono accesi focolai improvvisi, non proporzionati con il peso demografico: a Castel di Sangro, ad esempio, in questo momento con i suoi 114 positivi la spesa si aggira sui 5mila euro a settimana, a Pratola Peligna, dove i positivi sono 96 e il costo quasi doppio, la spesa settimanale si aggira sulle 7mila euro a settimana.

L’auspicio dei Comuni, che invano hanno chiesto tramite l’Anci emendamenti specifici alla Finanziaria, è che il governo intervenga in un secondo momento stanziando un fondo apposito. Il problema, al momento, è però anche e soprattutto contabile per i Comuni, soprattutto per quelli che vorrebbero predisporre il bilancio di previsione a breve termine (la scadenza è a fine marzo).

La spesa per i rifiuti Covid è infatti ballerina (dipende cioè dai contagi) e soprattutto al momento non è coperta. E, visto l’andazzo, è prevedibile che il “contatore” continuerà a salire almeno fino alla fine del mese.

Commenta per primo! "Niente rimborsi per i rifiuti Covid, Comuni in difficoltà"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*