Niente proroghe e niente gare nel Comune fantasma

Il dirigente Amedeo D’Eramo lo ha fatto capire chiaro e tondo questa mattina ai sindacati con cui ha avuto un lungo confronto: di affidamenti diretti non se ne parla, perché non si possono fare (un grande traguardo, a pesi variabili, raggiunto dopo anni di proroghe) e perché da Terni (dove mezza giunta è stata arrestata proprio per gli affidamenti alle cooperative di tipo B) arriva una brutta aria.
Niente affidamenti e proroghe, ma anche niente gare d’appalto. A parte alcune, ovviamente. Anche queste a pesi variabili. Non per il momento almeno visto che la segretaria comunale, Francesca De Camillis, colta da amletico dubbio, ha scritto all’Autorità anticorruzione (Anac) per sapere se le gare per esternalizzare i servizi, in quel modo, che è quello che si fa da decenni, si possono fare, oppure no.
Le perplessità legali della responsabile della legalità in Comune, si basano principalmente su tre quesiti: da chi dipendono i lavoratori delle cooperative, perché dovrebbero utilizzare apparecchiature e mobilio del Comune (“dov’è il rischio di impresa” si chiede la De Camillis) e come mai si retribuiscono i dipendenti ogni mese a prescindere dal risultato ottenuto.
Tutto “al fine di garantire la legittimità delle procedure e di evitare la nullità del contratto o sanzioni” scrive la segretaria che, il parere, in particolare, lo ha richiesto per l’appalto del front e back office, mentre per quello di guardiania, appena espletato, è andato come è andato.
Legittimità a parte, ma non in disparte, ora i problemi sono dei cittadini e dei lavoratori.
I primi costretti verosimilmente a subire per molto (perché non è che l’Anac risponde così in fretta) i disservizi del Comune, tra cui la lentezza dell’ufficio sisma (che non è proprio l’ultima delle priorità) che è stato svuotato dal 25 gennaio scorso.
I secondi appesi alle promesse della politica di risolvere tutto e in fretta, una tiritera che va avanti da mesi e senza esiti.
Oggi la Satic, ormai sull’orlo di chiudere i battenti, ha riunito i suoi soci per spiegare cosa sta accadendo e soprattutto per comunicare che, nel giro di qualche giorno, si apriranno le procedure di licenziamento collettivo che potrebbero riguardare nell’immediato dalle sette alle dodici persone (molto dipende se la subentrante al servizio guardiania, la Creaservice, assorbirà cinque unità in forze fino a gennaio scorso). E poi, se l’Anac non risponde e le gare non si fanno, anche tutti gli altri. Alla scadenza di tutti i contratti mancano poche settimane, infatti, e dopo non si sa chi porterà avanti il lavoro in quel che resta del Comune di Sulmona.

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