Si chiamano lavagne interattive multimediali (Lim) e non sono una novità nella scuola: ormai tutte le classi, o quasi, ne sono dotate. Un modo per rendere la didattica più efficace ed efficiente grazie al quale si può disegnare, allegare immagini, visualizzare testi, riprodurre video e animazioni, digitalizzare i contenuti e poi magari condividerli su uno smartphone.
Tutto bello nella “buona scuola”, quando la scuola è buona però.
Alle medie Capograssi, ad esempio, le Lim non si vedono più da oltre un anno, da quando cioè, dopo il sisma di Amatrice, si è deciso di alleggerire i piani alti per aumentare l’indice di vulnerabilità dell’edificio, piazzando tutti gli studenti al piano terra.
Nel trasloco effettuato, infatti, le “lavagne magiche” sono rimaste magicamente al terzo piano: otto Lim che dai piani alti non sono mai scese, lasciando studenti e insegnanti ancora a districarsi tra gessetti e cancellini.
Il problema, a quanto sembra insormontabile, è che non si trova nessuno per effettuare il trasloco: un tecnico o un manovale che smonti la lavagna elettronica e si faccia due rampe di scale per installarla dove c’è vita e scuola.
La dirigente, in realtà, ha chiesto già da tempo al Comune di intervenire e del problema, ormai mesi e mesi fa, si era fatta carico la vice sindaca Mariella Iommi, il cui figlio frequenta proprio la Capograssi. “Faremo una garetta” aveva detto a preside ed insegnanti, come fosse la cosa più semplice del mondo. Che forse poi lo è, in un mondo e una città normale però.
Risultato anche il secondo anno scolastico sta volgendo al termine senza che una delle otto Lim, lautamente pagate, si sia mai accesa.
Ma, d’altronde, in una città dove non si riesce a garantire palestre e mense agli studenti, figuriamoci se può entrare nella didattica uno strumento che da “avveniristico” è diventato ormai obsoleto.
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