“Se e quando il sindaco intende intraprendere azioni volte ad affidare l’area e come intende procedere”. Questo uno dei quesiti oggetto della interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri di minoranza al sindaco Di Piero in merito all’affidamento dell’area celestiniana.
Una situazione che risulta “ancora ferma”, come fanno notare dalla minoranza nonostante i dubbi sollevati “sulle modalità con cui l’assessore Ramunno aveva approcciato la questione”. Dubbi ai quali la segretaria comunale aveva risposto, con nota del 15 maggio scorso, “ipotizzando l’avvio di una procedura ad evidenza pubblica finalizzato alla coprogettazione”. Una procedura aperta quella indicata dalla nota della segretaria comunale che, “ancorché in forme semplificate”, avrebbe consentito di individuare il progetto di gestione più idoneo.
Procedure mai avviate, sottolineano gli esponenti di minoranza e confermato anche dalla dirigente Maurizia Di Massa, che con nota del 19 luglio specifica che “invitate a formalizzare proposte progettuali sono state l’Associazione Celestiniana e la Cooperativa servizi turistici Sulmona, in quanto soggetti che avevano già formalmente trasmesso dichiarazioni di interesse”. Una nota, quella della dottoressa Di Massa dove, si legge nell’interrogazione, che se da un alto “si rende noto che è stata avviata un’attività di ricognizione per ricorrere ad istituti di partenariato pubblico-privato” come previsto nel decreto legislativo 36/2023 a proposito della gestione integrata di aree di interesse storico, culturale e religioso, dall’altro si ribadisce che “alla data odierna non sono stati predisposti bandi o avvisi”.
Questi i motivi per cui la minoranza di palazzo San Francesco si domanda “perché la situazione dell’affidamento dell’area è ancora ferma” e perché, nella questione dell’affidamento dello chalet ricadente nell’area celestiniana “continuano ad esserci due soli interlocutori”, ovvero l’associazione Celestiniana e la Cooperativa servizi turistici Sulmona. Domande alle quali la minoranza e la città attendono risposte adeguate in attesa di una nuova gestione in grado di restituire l’area celestiniana e il suo patrimonio storico-culturale all’intera comunità.
Storie di ordinaria sulmonesita’.
Mamma me’.. e ma sulmona città del turismo. Il paesello dove scendi dal treno e per raggiungere il centro (miseri 900 metri) devi farti il segno della croce con marciapiedi completamente distrutti. Poi arrivi in villa per vedere chi si lava alla fontanella
… dall’uscita dell’ingresso della stazione per raggiungere piazza Tresca- inizio corso Ovidio – di metri se ne devono percorrere quasi 1.800, quindi il doppio di 900… per il resto hai ragione da vendere…
Per me il centro comincia dalla Cattedrale, poi sono punti di vista. I problemi maggiori ci sono per il viale stazione. Poi alla villa i problemi sono i marciapiedi occupati da tavoli sedie e fioriere in cemento.