Neopatentata a settanta anni, travolge e distrugge un monumento

Non era ubriaco e neanche drogato, ma solo “inesperto”, anzi inesperta. Perché la responsabile del danneggiamento del monumento ai martiri delle Foibe abbattuto a Pratola Peligna da un’auto lo scorso 16 agosto, sarebbe una donna neopatentata, nonostante la non giovanissima età di settanta anni.

E’ quanto emerso dalle indagini fatte dai carabinieri che avrebbero convocato la donna per verificare le prove raccolte, tra cui ci sarebbe anche una fotografia scattata da un passante quella notte.

La donna, un settantenne residente a Raiano, sarebbe infatti fuggita dopo aver travolto e abbattuto la croce in ferro eretta sulla rotonda della strada provinciale a Capo Croce, convinta di non essere stata vista da nessuno data l’ora tarda.

La principiante settantenne, che avrebbe conseguito la patente di guida solo qualche mese fa, avrebbe fatto tutto da sola. Mentre si recava a Sulmona a bordo di una Dacia, percorrendo strade secondarie per evitare il traffico date le sue scarse capacità alla guida, avrebbe infatti tirato dritto anziché imboccare correttamente la rotonda.

Dopo il durissimo impatto, ritenendo di non essere stata vista, si sarebbe quindi dileguata, lasciando sul posto la croce abbattuta e anche qualche pezzo della sua auto che, a quanto pare, combacerebbe con la testimonianza del passante che ha assistito alla scena.

Ora rischia una denuncia per danneggiamento e una causa civile per il risarcimento del danno. “Avevamo già fatto presente il danno alla Provincia che è proprietaria della strada – dice il sindaco Antonella Di Nino – se sarà confermata la responsabilità di questa persona, ovviamente chiederemo a lei i danni. La croce era stata forgiata cinquanta anni fa e per la comunità pratolana ha anche un valore simbolico. Ora si trova ricoverata nei nostri magazzini, insieme alla targa, anch’essa danneggiata, che mettemmo in occasione dell’inaugurazione della rotonda. Speriamo di poter recuperare il danno e rimettere la croce al suo posto”.

Per la distratta automobilista fuggita dalle sue responsabilità, oltre alla lezione di civiltà, non guasterebbe anche qualche lezione di guida in più.

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