Nell’inferno di Dana: la ciclista Latifa Benharara bloccata a Tarragona. “Ho paura, ma vado avanti”

L’avventura è già ardua di per sé: da Sulmona al Marocco in bicicletta, nel nome della pace e contro i pregiudizi; ma sulla strada di Latifa Benharara, 34 anni sui pedali “From Maiella to Sahara” dal 6 ottobre scorso, si è frapposto l’altro giorno Dana.

Depresion Aislanda en Niveles Altos, più conosciuto come il fenomeno della “goccia fredda”, quello che per intendersi ha devastato già Valencia e la sua regione, ha sbarrato letteralmente la strada della ciclista sulmonese che da giorni ormai, dal confine con l’Italia, sta portando da sola avanti la sua impresa, senza neanche più il supporto del camper di assistenza, troppo ingombrante per i sentieri alternativi che sono nella sua roadmap.

“Stavo percorrendo un sentiero lungo la costa nel tratto da Barcellona a Tarragona – racconta – quando la strada è letteralmente scomparsa, mangiata dal mare. A quel punto avevo solo due possibilità: tornare indietro per 25 chilometri o tentare di risalire verso l’autostrada. Ho scelto quest’ultima opzione, camminando ad un lato del guardrail con alla mia sinistra lo strapiombo e il fiume in piena. Per la prima volta ho avuto davvero paura”.

Latifa non è una che si scoraggia: la pioggia di fatto la segue da quando è partita “ma quello che sta cadendo qui – continua – è davvero un inferno. Se non l’avessi vissuto sulla mia pelle non ci crederei: l’acqua viene giù a secchiate, frusta il viso, rende impossibile pedalare”.

Con l’aiuto di un treno e di un bus sabato notte è arrivata quindi a Tarragona: “L’intento era di fare un giorno di pausa e poi ripartire lunedì – prosegue Latifa – ma Dana nel frattempo ha raggiunto Tarragona: hanno messo il coprifuoco, lo stato di allerta massimo, i telefoni hanno suonato l’allarme tutti insieme. Sconsigliato, impossibile, anche solo uscire di casa. La notte scorsa ci hanno allertato in albergo per l’evacuazione per rischio alluvione: sono scesa a pian terreno per prendere da bere, ma ho trovato il piano interrato dell’albergo completamente allagato, con sedie, tavoli e asciugamani che galleggiavano, mentre fuori fulmini e tempesta ci impedivano di dormire”.

Sulla tabella di marcia Latifa sarebbe dovuta arrivare oggi a Valencia, ma le strade sono tutte impraticabili, specie quelle secondarie che lei percorre in bici. I bus e i treni bloccati. I negozi chiusi. “Tutta la parte costiere è bloccata – spiega – a questo punto ho due soluzioni, fermo restando che dietro non voglio tornare: ho trovato un treno mercoledì per Granada, ma così salterei un pezzo del percorso, oppure, mantenendo il chilometraggio che mi sono prefissa, arrivare a Madrid in treno e poi scendere fino all’imbarco con il Marocco in bici, ma così andrei fuori con i tempi e ogni giorno che passa perdo un quarto d’ora di luce”.

In Marocco, suo Paese d’origine, Latifa ci vuole arrivare a tutti i costi, anche se questo vuol dire affrontare l’uragano e, come già si è verificato qualche giorno fa, la neve in Africa e un lago al posto del deserto, sua destinazione finale.

L’arrivo è previsto per il 23 novembre, cambiamenti climatici permettendo.

2 Commenti su "Nell’inferno di Dana: la ciclista Latifa Benharara bloccata a Tarragona. “Ho paura, ma vado avanti”"

  1. Lavorare no eh?!?

  2. bene,il Mondo e’ in guerra,prevalgono gli interessi particolari (armamenti),quotidiane le devastazioni climatiche,terribile la catastrofe spagnola,nessuno dei potenti riflette,nessuno vuole sedersi intorno ad un tavolo per parlare di “pace e bene”,tabella di marcia di che? Puro personalismo,palcoscenico ,molto probabilmente le quotazioni “lievitano”,e basta, o no?

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