Nella giungla del verde pubblico

Aree verdi nel vortice del degrado, un pendolo che oscilla tra la scarsa educazione civica e l’inoperosità comunale. Un verde sempre più spento, offuscato da uno scenario di inciviltà, in una cittadina che sembrava volesse mostrare il suo profilo migliore, eseguendo al meglio la raccolta porta a porta. Ma che, ad oggi, sembra già fuggire ai ripari. Il verde di viale Togliatti è solo una delle molte vetrine di incuria a cui la popolazione rivolge sguardi polemici e di disapprovazione: panchine nascoste tra ruggine ed erbacce, cicche di sigaretta, cartoni, bottiglie e vetri sparsi qui e là, in uno spazio che dovrebbe accogliere adulti e bambini. Non va per niente emglio nel resto della città, dove alcune zone sono diventate addirittura impenetrabili per l’eccessiva vegetazione. Mai tagliata e mai curata.

Uno scenario a cui l’amministrazione comunale non sembra riuscire a mettere una pezza, poiché, secondo quanto dichiarato dall’assessore Nicola Angelucci “le aree verdi vengono tagliate a seconda dell’urgenza dettata dalla sicurezza. Ma, chiaramente, non abbiamo risorse umane sufficienti per un lavoro completo. È un argomento importante che intendiamo esternalizzare al fine di garantire un servizio, e un’estetica, nelle zone cittadine e del circondario”.

Insomma, una negligenza dilagante in una Sulmona pur sempre bella ma in decadenza, nella quale la trascuratezza del verde pubblico ben si accompagna all’allarme di sporcizia lanciato nel parco Daolio, in caduta libera tra atti vandalici e metadone. Buoni propositi di decenza non del tutto compresi dai cittadini, che lasciano ampio margine di indifferenza ed incertezze in una città d’arte vacante in cui, pulizia e decoro sono solo due dei campanelli d’allarme in una crisi già avviata, tra sedie vuote a palazzo San Francesco e l’ombra di una centrale Snam sempre più incombente.

Mariagrazia Verrocchi

4 Commenti su "Nella giungla del verde pubblico"

  1. L’affermazione che “le aree verdi vengono tagliate a seconda dell’urgenza dettata dalla sicurezza” è quantomeno fantasiosa.
    Quali i parametri di sicurezza (e di quale sicurezza si parla? sicurezza per la prevenzione degli infortuni, l’ordine e pulizia, per il pericolo incendio,…), chi la monitora e chi controlla anche i lavori.
    Il problema è che la struttura non regge e non vanno trovate altre scusanti.
    E l’andazzo che condizona il tutto, non si taglia l’erba? Nessun problema c’è sempre la scusante dei mancati soldi dal governo, o i pochi fondi e via di pari passo… e il carrozzone va avanti…. comunque.
    In altre parti la macchina amministrativa funziona.. non se lo chiedono mai perchè altrove si e qui da noi mai?
    Può essere che è sempre colpa di qualcun’altro?

  2. Ma non sarà il caso di copiare. Se non si hanno idee in materia di verde almeno si abbia il buon senso di vedere cosa fanno gli altri e con umiltà “copiare” (a Pratola ad esempio) . Tanto non credo che qualcuno si lamenterebbe nel caso.

  3. bene,non e’ difficile,quando si e’ incapaci non si riesce in nulla,forse occorre un team di medici,comprendere se ci fanno o ci sono,comunque il risultato non cambia,inetti,inefficienti,
    incocludenti…naturalmente anche nel copiare,ripetere,imitare,duplicare,falsificare,i risultati saranno sempre negativi…o no?

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