Nel buco nero della sanità: liste d’attesa e sentenze non rispettate, il dramma degli autistici

Ci avevano promesso un ospedale piccolo ma efficiente e, soprattutto, una medicina del territorio che fosse in grado di soddisfare le esigenze della salute, perché in ospedale non ci si arrivasse.

Ci avevano promesso riforme e riorganizzazione della rete ospedaliera che non è mai arrivata, con i posti dei primari rimasti scoperti, gli infermieri che mancano e gli ingressi al pronto soccorso che si trasformano quasi sempre in viaggi della speranza. Speranza di uscirne prima o poi.

La sanità resta l’assenza più grande dello Stato sul territorio, il buco nero nel quale si perdono i drammi quotidiani delle persone, dove sopravvivono aggrappati alla forza di volontà e a mamme e padri coraggio le esistenze di deboli e disabili.

Le denunce che arrivano da Dario Verzulli, dell’associazione Abruzzo Autismo, sono purtroppo esempi di ordinaria malasanità, dove neanche il diritto riconosciuto, neanche le sentenze del tribunale, hanno ragione sulla burocrazia.

Così Maria (nome di fantasia) a 4 anni e con una prescrizione emessa a novembre dello scorso anno per un intervento riabilitativo presso un ambulatorio dedicato all’autismo, è ancora collocata in lista d’attesa, come decine di altri ragazzini.

“L’assenza di fondi non permette l’avvio del percorso riabilitativo – commenta Verzulli -. L’intervento riabilitativo tempestivo nell’autismo è fortemente raccomandato nelle indicazioni ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità ed è quanto mai importante per i bambini per un pronto recupero delle competenze”.

Peggio ancora per Claudio, ragazzo autistico di 17 anni dell’Alto Sangro che dal 15 giugno scorso attende l’applicazione di un’ordinanza del giudice del tribunale di Sulmona che intima alla Asl di prendere in carico il giovane. Claudio e sua madre attendono l’erogazione di un servizio di “compagno adulto” prescritto il 27 maggio 2019 dal Distretto sanitario di Castel Di Sangro.

Il ragazzo ha bisogno e diritto, stabilisce e ordina la giudice Alessandra De Marco ad “un intervento riabilitativo globale ed intensivo di tipo psicoeducativo specifico per l’autismo con mediazione della figura di un compagno adulto (educatore) di genere maschile, con lavoro sulle abilità sociali, sugli aspetti occupazionali, sulle autonomie personali e sociali, che supporti il ragazzo nella stabilizzazione delle abilità acquisite e che si ponga come obiettivo il raggiungimento delle abilità che al momento risultano emergenti al fine di accompagnare il ragazzo verso il raggiungimento di una maggiore autonomia personale”.

Ma niente, nonostante la battaglia legale vinta, devono essere ancora i familiari, come possono, a farsi carico dei suoi bisogni. Per lui, come per Maria, vale il danno aggravato dal tempo trascorso.

“Le leggi vanno rispettate e le procedure di un’amministrazione incapace di organizzarsi – continua Verzulli – non possono violare il futuro di un bambino autistico. Invitiamo tutte le famiglie che affrontano tali situazioni a contattarci e a far valere il proprio diritto agli interventi”.

1 Commento su "Nel buco nero della sanità: liste d’attesa e sentenze non rispettate, il dramma degli autistici"

  1. Niente fondi, poi però per dare soldi pubblici a privati per scuole private o squadre di calcio si trova tutto. Andiamo avanti così.

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