“Per tutto il mese di dicembre, Pescasseroli, Pescocostanzo e Castel di Sangro non avranno guardie mediche”; questo il tenore della email che la ASL 1 ha inviato ai sindaci dei comuni interessati per comunicare una decisione tanto assurda quanto inaccettabile che Il Germe per primo aveva denunciato lo scorso 4 dicembre quando i tre presidi sanitari dell’Alto Sangro erano rimasti contemporaneamente scoperti privando così l’intero territorio dell’assistenza sanitaria.
Situazione oggi denunciata anche dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, che in un comunicato esprime tutto il suo sostegno alle popolazioni dell’Alto Sangro fortemente penalizzate sul versante sanitario.
Nel giorno dello sciopero nazionale di medici e infermieri la ASL 1 sceglie di inviare una email per dire una cosa tanto semplice quanto drammatica: mancano medici. Con la conseguenza che quando il medico non è di turno, “il servizio di continuità assistenziale si attiverebbe solo con una deviazione di chiamata telefonica” verso il presidio assistenziale più vicino, come spiega il comunicato. “Una vergogna, uno schiaffo – non usa mezzi termini il consigliere regionale per commentare la decisione della ASL 1 – un colpo all’immagine e alla dignità di un territorio” che proprio nel periodo delle feste natalizie, in occasione dell’affluenza dei tanti turisti provenienti da ogni parte d’Italia, dovrebbe garantire un più efficiente servizio sanitario.
“Chi si riempie la bocca di difesa delle aree interne e delle zone montane dovrebbe chiedere scusa a tutti i cittadini e ai sindaci” così continua Pietrucci che apertamente si schiera a fianco degli amministratori dei comuni di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena, Pescocostanzo e Scanno che, congiuntamente hanno deciso la campagna di protesta “per il manifesto pericolo che ne deriva per i più deboli dalla mancanza di assistenza sanitaria dei servizi medici essenziali”.
La Asl, dal canto suo, ribadisce che la problematica è strettamente dipendente dalla mancanza di medici, che non hanno dato la disponibilità ad assumere gli incarichi per la copertura dei turni di servizio.
Sulla situazione specifica interviene la Responsabile del Distretto Peligno Sangrino, Agata Arquilla, che chiarisce: “Nelle tre sedi carenti sono in servizio, tranne una unità, tutti medici sostituti temporanei perché, alla pubblicazione delle sedi carenti, fatte regolarmente e ripetutamente dalla ASL, nessun medico ha accettato l’incarico di guardia medica”. In poche parole, nell’Alto Sangro i medici preferiscono venir a fare le vacanze piuttosto che praticare la professione. E a scriverlo nero su bianco è la stessa Azienda Sanitaria: “C’è da dire – aggiunge Arquilla – che la situazione orografica di queste sedi di guardia medica scoraggia ulteriormente le disponibilità ad accettare incarichi”.
Insomma, questi dottori bisogna ripregarli per spostarli nelle aree interne. Tant’è che la Asl, tra le soluzioni alternative per attrarre nuove guardie mediche in Alto Sangro, propone remunerazioni di prestazioni aggiuntive e non solo. La stessa Azienda ha chiesto ai sindaci dei Paesi montani di valutare la messa in campo di incentivi per aumentare l’attrattività delle loro sedi, come, ad esempio, la disponibilità di alloggi abitativi da offrire ai medici che risiedono altrove. Ci manca solo lo Skipass stagionale con bombardino offerto sugli impianti, per attrarre la sanità a svolgere le proprie funzioni.
Carenza di medici? Cominciamo con il liberalizzare l’accesso alla facoltà di medicina. Tanto poi ci sarà una selezione naturale durante il percorso di studi. Prevedere la separazione delle carriere. Chi sceglie il privato non può operare anche nel pubblico. No
due piedi in una scarpa.
Premesso che qui il problema non mi pare sia la mancanza di medici, ma piuttosto la disponibilità a ricoprire il ruolo di guardia medica in aree montane, la selezione naturale, nel caso dei medici, implica morti e danni alla salute degli individui, e quindi il numero programmato non va messo in discussione (al limite si può aumentare, ma non togliere). Sulla separazione delle carriere, farei attenzione. Il rischio é che nessuno vorrà lavorare nel pubblico (tu andresti a lavorare guadagnando un quarto di quello che guadagneresti nel privato e per giunta dovendo rispondere al coglioncello politico di turno?), e se qualcuno ci sarà, sarà il meno bravo (che non ha mercato nel privato).
Inoltre cominciamo a non dare più soldi pubblici al privato…poi vediamo se saltano fuori i medici…e possiamo anche copiare la Calabria che ha cominciato ad assumere dottori cubani…nonché penalizzare chi non vuole venire non facendogli partecipare a nessun concorso pubblico per 10 anni…vuoi vedere che all’improvviso sti dottoruncoli saltano fuori?!!
Si corretto. Facciamo venire i medici cubani e i nostri, dopo la specializzazione, li mandiamo in inghilterra o nei paesi arabi.ma mi faccia il favore, paghiamo i medici e veda che resterebbero in Italia.
Ha mai visto un magistrato emigrare all’estero per migliori condizioni economiche? Certo che no! E non credo che un medico abbia un percorso di studi e di sacrifici inferiore a quello di un magistrato.
Scusa ma prima di intraprendere la carriera di medica che in primis dovrebbe essere una vocazione, una persona non si documenta sul CCNL privato/pubblico che sia? Anche per vedere/capire cosa l’aspetta nel mondo del lavoro. Io resto basito.
Infatti, i più bravi se ne vanno all’estero dove vengono trattati meglio sia come condizioni economiche e sia come prospettive di carriera.
Noi ci accontentiamo dei medici cubani! Mi pongo una domanda: trattandosi di lavoratori extra ÙE, lequipollenza del titolo di studio e l’iscrizione all’ordine dei medici, come avviene?
Tra l’altro, i soldi pubblici vengono dati ai privati nella misura in cui erogano in convenzione servizi del sistema sanitario nazionale. Con quegli stessi soldi non riusciresti a replicare le quantità offerte utilizzando solo strutture pubbliche.
La faccenda é semplice, e sono d’accordo con realista: se nessuno é disponibile, allora serve un incentivo (monetario o di altro genere).
Credo che la prima cosa da fare urgentemente è assumere altri medici e infermieri così da poter permettere a tutti di lavorare in tranquillità senza dover rincorrere ogni giorno “le emergenze” e avere tutti, finalmente, un turno umano e dignitoso.
Sono del parere che bisogna far funzionare bene il servizio pubblico senza foraggiare il privato “amico dell’amico” e nominare i managers x le loro competenze e capacità di gestione.
Avere macchinari costosi in uno scantinato e non utilizzarlo (quindi soldi pubblici) lo ritengo inaccettabile e vergognoso se non addirittura “criminale” visto che parliamo di sanità.