La resa dei conti preannunciata in commissione alla fine di giugno è arrivata e saranno conti lunghissimi: un muro di quattromila emendamenti che sono stati depositati ieri contro il progetto di legge presentato dalla consigliera regionale Antonietta La Porta, al fine di istituire a Sulmona il primo museo italiano del realismo (Mir). Progetto ambizioso che farebbe di Sulmona una delle poche città in Europa (gli altri si trovano in Germania e a Mosca) ad avere uno spazio dedicato a questo tipo di pittura.
Le premesse non erano state incoraggianti e un evidente ostruzionismo era stato già mostrato in commissione in particolare dal Movimento 5 Stelle e, purtroppo, anche dall’altra consigliera regionale del territorio Marianna Scoccia.
Così ieri, alla scadenza dei termini, le centinaia di “osservazioni” (spesso solo terminologiche) sono diventate quattromila emendamenti alla legge che andrà, o dovrebbe andare, in discussione in consiglio regionale mercoledì prossimo.
Sì perché ora la maggioranza dovrà decidere se fare quadrato e affrontare una lunga maratona o attivare, come è stato per la riperimetrazione del Parco Sirente-Velino, la cosiddetta ghigliottina o ancora cercare una mediazione e rinunciare a discutere mercoledì la legge.
“Se gli emendamenti sono finalizzati, come sembra evidente, solo a fare ostruzionismo – spiega la firmataria della proposta, la consigliera La Porta – prendo atto di un modo di fare politica che non fa bene non solo a Sulmona, ma a tutto l’Abruzzo; perché il Mir è un importante progetto per tutta la regione, una grande opportunità che non deve essere persa”.
La legge prevede la creazione di una Fondazione con a capo la Regione e una dotazione base di 100mila euro l’anno, per trasformare l’ex sede della Comunità montana peligna di via Angeloni in un Museo di richiamo internazionale, dove troverebbero posto, tra le altre, le opere dei maestri peligno-sangrini e sulmonesi: da Patini a Pallozzi, passando per Picini, Rossetti, Alicandri e tanti altri.
La garanzia di qualità sarebbe affidata al critico Vittorio Sgarbi, già resosi disponibile a dirigere il Museo e a reperire dai collezionisti privati opere importanti, con un patrimonio pittorico destinato ad accrescersi con gli anni.
Prima di abbattere i muri di palazzo Sardi per fare spazio ai quadri, però, ci sarà da abbattere quello degli emendamenti.
Avanti così, senza mai smen tirsi!
La Sig.ra Scoccia e’ severamente impegnata con i B & B locali che evidentemente portano lauti guadagni per il nostro Territorio. AMEN.
Forse è una falsa importanza per assecondare le più varie e fallite illusioni .Un grande museo di poche stanzette in uno stabile abbandonato di un vicoletto oscuro e stretto che apporta una dotazione annua di 100.000 euri dovrebbe essere di richiamo internazionale suscitare 4000 emendamenti in regione e rimettere in sesto l’economia della Valle Peligna quando 100.000 euri è il costo di una macchina che si permettono e pagano anche i pratolani medi a Pratola.. Qualcosa non riquadra, oppure Sgarbi ci cova.
Niente di nuovo