Il giudice Francesca Pinacchio ha sposato di fatto la perizia del tecnico: quell’incidente che costò la vita a Filippo Frezza, 38 anni ex consigliere comunale di Rocca Pia, non fu solo colpa sua. Il tribunale civile ha così riconosciuto alla famiglia dell’uomo un risarcimento di centinaia di migliaia di euro, indennizzo per quell’imperizia, da parte di Regione e Anas, che non avevano protetto a sufficienza la strada statale 17 dall’incursione della fauna selvatica.
A provocare l’incidente stradale che portò il 10 settembre del 2017 Frezza ad uscire di strada e sbattere contro una pietra chilometrica, fu infatti un cinghiale che sbucato improvvisamente sulla strada. L’uomo, catapultato fuori dall’abitacolo dell’auto, sbatte la testa e morì sul colpo.
Secondo il perito, Faustino Colarusso, “non furono attuate tutte le misure necessarie per prevenire l’incidente”, che in quel tratto di strada la presenza della fauna selvatica è routine.
“Ci sono elementi che indicano che la tragedia poteva essere evitata – ha scritto il perito – o, perlomeno, ridotta nelle sue conseguenze”. Da qui la sentenza del giudice Pinacchio, che in parte ricalca proprio il contenuto della perizia. “Si ritiene di non poter escludere che il conducente avrebbe potuto avere salva la vita, ma sicuramente con forti inabilità” scrive il giudice che ha condannato Regione ed Anas per il concorso di colpa a risarcire i familiari, assistiti in giudizio dall’avvocato, Alessandro Margiotta.
Omicidio di Stato.
Colpa anche della Casa Produttrice Auto. Se è stato catapultato fuori la Cintura di Sicurezza non ha funzionato?