Lavori slittati di sette giorni per Porta Napoli. Lo sanno bene gli automobilisti, che lunedì scorso (e per il resto della settimana) hanno potuto percorrere corso Ovidio senza alcun divieto. L’andirivieni, però, cesserà domani, alle 08:00, quanto scatterà l’ordinanza che vieterà transito per tutti i veicoli, nel tratto di strada compreso dall’intersezione con Piazza Plebiscito sino all’intersezione con Piazza Vittorio Veneto. Un divieto fissato, inizialmente, per il 13 gennaio. Poi, d’intesa con la ditta esecutrice dei lavori di restauro dell’Arco di Porta Napoli, “PA.ART.SRL”, si è optato per posticipare l’inizio degli stessi a causa delle previsioni meteorologiche sfavorevoli che avrebbero impedito l’allestimento del cantiere.
Cantiere che insisterà fino al prossimo 14 agosto. Sette mesi durante i quali potranno percorrere il tratto interessato dai lavori solo alcuni veicoli. Dai residenti del centro storico, titolari di autorizzazione alla circolazione, agli utenti con disponibilità di garage titolari dell’autorizzazione per muoversi all’interno della Zona a Traffico Limitato. Via libera anche per veicoli muniti del contrassegno per persone con disabilità, mezzi di artigiani per interventi urgenti nel centro storico e veicoli adibiti a carico e scarico merci o per visite domiciliari. Nessuno stravolgimento o eccezione in programma, con buona pace dei commercianti con attività che insistono sulla zona interessata. Da loro è partito il grido di protesta per “l’ennesima discriminazione della zona sud di corso Ovidio”. Improbabile la concessione gratuita del suolo pubblico. Più percorribile la possibilità di concedere alle vetture di svoltare in via Santa Lucia. Resta il problema della sosta, dato che in nessun lato della zona meridionale del corso è possibile parcheggiare l’automobile.
Ma quello di Porta Napoli è solo uno dei diversi lavori di recupero e restauro che Sulmona attende (e attenderà) da tempo. Dal 2020, per l’esattezza, anno in cui la Soprintendenza incontrò il Comune di Sulmona per dare il via al restyling del patrimonio urbano. Quattro opere da ritoccare per un milione di euro, circa, stanziato. Dopo l’arco, infatti, sulla tabella di marcia dei lavori della Soprintendenza c’è l’Acquedotto Medievale. Il restauro e consolidamento dovrebbe iniziare entro l’anno. Il condizionale, però, è d’obbligo, perché dopo cinque anni non è stato avviato alcun lavoro. E forse a smuovere le acque saranno le due lastre di travertino che lo scorso settembre si sono staccate dagli archi, generando allarme e preoccupazione.
C’è, poi, il discorso della facciata della SS. Annunziata e del concio di gronda pericolante dal 2016. In nove anni, l’unica cosa che è cambiata è la recinzione, installata in luogo delle transenne lo scorso anno, per delimitare l’area a rischio. Il progetto esecutivo, dell’ingegnere Michele Tataseo, è stato consegnato ad ottobre, dopo l’ok da parte della Soprintendenza. I lavori, che interesseranno soprattutto la parete distaccata dal palazzo storico, dovrebbero partire in primavera.
Tempi ancor più incerti, invece, per le ultime due opere nel mirino della Soprintendenza: la Rotonda San Francesco (per la quale cinque anni fa si ipotizzava anche l’intervento dei privati con locali commerciali sulla scalinata) e la Chiesa di Santa Caterina. Opere che non vedranno la luce prima del 2026.
Ma Porta Napoli, sarà preservata dallo smog cittadino, recintandola con del vetro, o tornerà nel giro di qualche anno, più nera di come già non e’?!? Una sorta di Ara Pacis nostrana, per capirci..