Ha sorpeso tutti arrivando per giunta in anticipo.
Con un sorriso Monsignor Fusco ha salutato la folla che ha riempito il piazzale della cattedrale di San Panfilo, poi è andato incontro alle istituzioni, al sindaco Casini e al presidente della provincia Caruso, presenti anche i primi cittadini del comprensorio della diocesi di Sulmona-Valva.
Michele Fusco fa così ingresso nella basilica di San Panfilo, ad affiancare il suo passo, nel percorso lungo la navata, don Domenico Villani, don Eulo Tarullo e il coro della Cappella Pamphiliana con i suoi 200 cantori diretto dal maestro Alessandro Sabatini.
La formula della ufficialiatà, della presentazione davanti l’altare, passa da don Aladino nelle mani e nelle parole del Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, Emil Paul Tscherrig, così pure il testimone dall’ex Angelo Spina, ora arcivescovo di Ancona-Osimo, a Don Michele oggi vescovo di Sulmona.
Tutti in piedi, lunghi applausi, anche nella tensostruttura allestita nel piazzale del duomo, si prega uniti davanti al monitor.
Monsignor Fusco recita la sua prima omelia in terra ovidiana, il primo messaggio alla sua nuova comunità di Sulmona-Valva, invocando “una chiesa che sia provvidente”, il monito del vescovo è a prodigarsi, ad aiutare, ad agire secondo Vangelo.
Una voce campana oggi in città e non solo quella del suo vescovo Fusco ma anche dei tanti pellegrini, fedeli, venuti da Positano e da Amalfi e dai parenti, in un clima commosso ma composto.
Inizia nel segno del sostegno, della conversione al Vangelo e alla vicinanza ai più deboli, il mandato del nuovo padre spirituale della diocesi, nella mattinata il pranzo del vescovo con gli ospiti della Caritas e poi l’incontro con i detenuti del Lamaccio.
A ringraziare della sua presenza nel penitenziario, è il segretario UilPa Mauro Nardella “Il nuovo presule peligno ci ha colpito per aver messo il carcere in cima ai suoi pensieri e la decisione dallo stesso assunta di venirci a trovare ancor prima di ricevere la comunità esterna ci rende orgogliosi”. Il segretario provinciale Polizia Penitenziaria dà il benvenuto al vescovo sottolineando come la scelta di monsignor Fusco di accentrare il suo pensiero sul penitenziario cittadino faccia “ben sperare tutti gli attori impegnati in quella che da molti, a torto, è considerata più una discarica sociale che un luogo di espiazione di pena e di lavoro”.
Sicuro dice il segretario “che da oggi, nelle tante battaglie che da anni portiamo avanti, avremo un valido sostenitore”, il vescovo porterà maggior attenzione verso il mondo del carcere “nel quale, insomma, la speranza prenda il posto della disperazione”.
A.S.
bene,tutti trombettisti…meglio tutti in cerca visibilita’,spot pubblicitari,passaggi promozionali per i numeri delle statistiche….il gesto di generosita’ resti segreto,non suonare la tromba davanti a te come fanno gli ipocriti…..
raccontava,suggeriva,esortava,rimproverava,un famoso,venerato Signore…addirittura “pellegrini” festanti,applaudono le gesta(trasportati appositamente),pranzo “speciale” caritas,con visita(pegno,messaggio) al carcere di massima sicurezza,non certo di detenuti ravveduti,pentiti,che riconoscono le colpe e chiedono perdono…bisognerebbe innanzitutto ridare un sorriso,una speranza a tutte quelle persone rimaste onestamente indietro, che con dignita’e tanto disagio(vergogna) chiedono aiuto,una possibilita’…..il Vangelo non suggerisce visibilita’…piu’ attenzione ai bisognosi,ai deboli,non agli ipocriti.o no?