Monito e sirene dal Pd commissariato: “Si ponga fine all’esperienza della giunta Casini”

“In questa città il Pd è all’opposizione”. A dirlo a chiare lettere è il segretario provinciale, Francesco Piacente, che marchia a fuoco la distanza tra dem di casacche sulla carta simili ma dalle posizioni opposte. Con l’amministrazione Casini insomma nulla a che spartire. E in tempi elettorali fare i dovuti distinguo si mostra essere mossa necessaria.

Un Pd locale dai mille atti, che muta posizioni da un Comune all’altro. Così, nei pochi metri, quelli che separano Pratola da Sulmona, cambiano sembianze, connotati e cocci da rimettere a posto di un vaso, quello sulmonese, che di crepe annunciate ne aveva già molte ed evidenti. Grane aumentate soprattutto dopo la discesa del leader Bruno in soccorso di Annamaria sulla strada della crisi. Sono passati infatti tre mesi dalle dimissioni ad effetto domino, del vice segretario Carlo Piccone e dei membri della segreteria Antonella Fiordi, Teodoro Marini, Eva d’Alberto e Pamela della Sabina.

Se per i democratici pratolani, dunque, tutto sembra andare a gonfie vele, per i dem sulmonesi si sa, sulla scorta dei nuovi assetti tra imbarazzi e mal di pancia, la zona battuta del commissariamento continua a mostrare qualche strascico, di una trilogia che mette in scena puntate sempre più intricate, perché gli umori in maggioranza, a Palazzo, non sarebbero poi dei più rosei.

Dal segretario provinciale Francesco Piacente il messaggio chiaro, “Sulmona riprende il cammino”, si torna a macinare chilometri e a trovare la quadra della situazione, è netto: “In questa città il PD è all’opposizione ‘senza se e senza ma’ di un’amministrazione comunale fallimentare” un segretario perentorio che specifica “chi la sostiene è fuori dalla linea del partito. Stiamo lavorando alla ricomposizione di un’area di centrosinistra ampia e plurale  che tra un anno possa restituire alla città una guida credibile, efficiente e all’altezza del ruolo”.  La città si rimette in marcia, a confermarlo sottolinea Piacente “la presenza di tanti militanti e di tanti segretari dei circoli limitrofi della Valle Peligna è un buon auspicio per il risultato del Pd alle europee e un incoraggiamento al nuovo corso aperto a Sulmona”.

Con una postilla finale, che non si sa se interpretarla come un marchio della distanza o come una sirena al cui canto i diamasciani dovrebbero rispondere per poter tornare sotto la bandiera del partito: “Auspichiamo che al più presto – dice il commissario Piacente – si ponga fine all’esperienza della giunta Casini”. E questo è un auspicio che, al momento, solo Di Masci e il suo gruppo potrebbero far avverare.

Le tensioni nella nuova maggioranza, d’altronde, non mancano: dal caso delle mense a quella delle nomine di dirgenti e di posizioni organizzative, negli ultimi giorni si è sfiorato e vociferato l’abbandono della nave più volte, crisi che sarebbe rientrata poi un paio di sere fa in una riunione fatta a casa del capogruppo Di Rienzo.

Le somme, probabilmente, si tireranno dopo il 26 maggio: Di Masci, d’altronde, ha già detto che dal risultato delle urne sarà confermata o smentita dall’elettorato la sua linea politica, anche se non è chiaro come e perchè la vittoria o la sconfitta potranno essere attribuite agli uni piuttosto che agli altri. Ad oggi, a presentarsi con la bandiera del Pd in città, è stato solamente il commissario.

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