Una fake news in salsa nostrana che, tuttavia, ha superato i confini della valle per arrivare fin sulla costa. Il messaggio virale è stato infatti diramato anche da fuori, indirizzato tramite Facebook e Whatsapp soprattutto ad amiche e conoscenti che risiedono a Sulmona.
L’allarme era quello di quattro ceffi a bordo di un’auto, una vecchia Ford Fiesta, non si sa bene se di colore chiaro o scuro (a seconda del messaggio) il cui passatempo sarebbe stato quello di “importunare pericolosamente” i passanti, specie donne.
I quattro a bordo dell’auto, secondo il messaggio e le sue evoluzioni fantasiose, si sarebbero aggirati ieri tra le Marane, Fonte d’Amore, via Lamaccio e via Cappuccini. Un pericolo imminente che ha spinto la follia della rete ad una fobia incontrollata, con tanto di risvolti razzisti, ovviamente, che quelli non mancano mai.
Anche perché i soggetti in questione erano di colore, evidentemente extracomunitari.
Il grande circo delle fake news è così partito ed è arrivato fino al commissariato di polizia di Sulmona che ha subito mandato una pattuglia fino a trovare i presunti molestatori.
In realtà si trattava di quattro tranquillissimi venditori ambulanti, extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, che si erano accostati ad una donna che stava passeggiando nella zona, semplicemente chiedendole se volesse acquistare calzini e accendini.
La polizia li ha fermati e identificati nei pressi della stazione e dopo aver chiarito la vicenda li ha ovviamente lasciati andare.
Anche perché la stessa presunta vittima è stata individuata ed ascoltata dagli uomini del commissariato, raccontando una versione ben diversa da quella “terroristica” rilanciata dai social. I quattro, a detta della stessa donna, non avrebbero fatto altro che chiederle di acquistare della merce, senza scadere in commenti, né minacce. “Mi sono intimorita – ha raccontato la fantomatica vittima agli inquirenti – ma non hanno fatto niente di male”.
Immagino abbiano controllato anche i documenti di trasporto della merce, blocchetto ricevute fiscali, registro corrispettivi, iscrizione alla Camera di commercio vero?
Una sola puntualizzazione,per dovere di cronaca: il messaggio non riportava nessun riferimenti su razza, nazionalità o colore della pelle dei “presunti” molestatori!
Concordo