Qualche giorno fa, un amico lombardo mi ha inviato la foto di un canovaccio da lui acquistato durante un viaggio in Abruzzo.
-Evidentemente l’autore non conosce bene il latino!- ha commentato scherzosamente.
“SULMO MINI PATRIA EST”.
Credo che non si tratti affatto di uno strafalcione, ma di un commento personale. L’autore ha voluto mandare in pensione, almeno il tempo di una mappina, la famosa citazione ovidiana, stampando sulla stoffa di cotone la propria opinione sulla nostra città.
Non è stato scritto niente di inesatto: Sulmona è piccola o forse semplicemente non abbastanza grande.
Non abbastanza grande per certe idee, per certe persone e per certi sogni. Infatti certe persone sono costrette ad andare via dalla nostra valle, portando altrove certi sogni e certe idee.
Spesso, però, Sulmona pare anche troppo grande a chi ci abita, ad esempio durante alcune passeggiate pomeridiane, in cui la gente sembra essere sparita nel nulla, probabilmente inghiottita dalle molteplici offerte dei numerosi luoghi di ritrovo cittadini. Boh!
La nostra città è vasta per chi cerca un angolo dove abbandonare un po’ di pattume indisturbatamente, in tal caso si ha davvero l’imbarazzo della scelta: -Qui, qua, lì o là?
Sulmona diventa enorme anche quando chi deve restituirci un favore ci saluta con un: “Ci vediamo in giro!” e poi non lo incontriamo per mesi.
Si tratta solo di un’illusione ottica: in realtà viviamo in un posto molto piccolo e per questo la gente mormora. Il “pissipissi baubau” che distende i nervi, riempie il tempo e spezza la routine quotidiana.
Sulmona è microscopica quando vorremmo evitare qualcuno e invece ce lo ritroviamo come cassiere al supermercato ed abbiamo troppa fretta per cambiare fila.
È minuta quando cerchiamo un lavoro o un parcheggio in centro, oppure quando siamo lontani dall’Abruzzo e riusciamo a tenercela nel cuore con tutte le sue chiese, i monumenti, i confetti, il dialetto, le noccioline “Valle Peligna l’insuperabile” e i tamburi rinascimentali.
È minuscola quando si ha bisogno di particolari servizi sociali, quando veniamo guardati come marziani per un taglio di capelli, per la forma di un vestito o per un orecchino che non sia posizionato sul padiglione auricolare.
Sulmona è piccina quando tutti sanno tutto di tutti, ma è immensa quando a passare di bocca in bocca è un dolore e la comunità si stringe intorno al singolo per solidarietà.
Sono d’accordo col canovaccio: “Sulmo mini patria est” e infatti, se voglio, in pochi minuti riesco ad attraversarla tutta a bordo di un’automobile, lasciandomi alle spalle il grigiore delle strade male asfaltate e ritrovandomi in mezzo al verde immenso.
Magari su una montagna rigogliosa e profumata, dove l’aria è più pulita e il cielo più azzurro e dalla quale riesco a vedere tutta la mia Sulmo, che mini mihi patria est.
gRaffa
Raffaella Di Girolamo
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