Secondo Cgil, Cisl e Uil, l’atto unilaterale del Comune riguardo le dieci posizioni organizzative, i cosiddetti mini dirigenti, con i quali l’amministrazione Casini vuole ristrutturare la macchina burocratica comunale è soltanto una forzatura politica. L’incaponimento della giunta sulle sue posizioni sembra diretta conseguenza di promesse politiche fatte in precedenza ed ora da dover onorare, altrimenti non si spiega per i sindacati perché soltanto dopo 3 anni e mezzo di attività di questa amministrazione comunale ci sia stata questa scelta che privilegia pochi lavoratori a discapito di tutti gli altri.
Questa è sicuramente l’atto d’accusa più forte uscito questa mattina dalla conferenza stampa che le organizzazioni sindacali hanno tenuto per spiegare le loro ragioni contro il Comune di Sulmona che li vedrà dal prefetto martedì mattina alle ore 9 dopo che le stesse hanno indetto lo stato d’agitazione. Trattativa che se non vedrà una ricomposizione del quadro, porterà sicuramente ad azioni forti da parte dei sindacati, in primis la convocazione di uno sciopero dei dipendenti comunali e poi anche la possibilità di procedere contro il comune per comportamento anti sindacale.
Il problema di fondo sta nel fatto che parte delle risorse economiche per sostenere l’operazione, il comune intende prelevarle dal fondo di produttività dei dipendenti comunali che però riguarda tutti i lavoratori e non solo i dieci beneficiari del provvedimento.
I sindacati dal canto loro hanno ribadito di stare a difendere gli interessi di tutti i lavoratori comunali – circa 120 – e di non aver avallato le decisioni dell’amministrazione comunale su mandato di ben due assemblee dei lavoratori che hanno respinto la proposta del comune di prelevare dal fondo 39 mila euro. Un margine di trattativa c’era, i lavoratori avevano lasciato come spiraglio la possibilità di prelevare dal fondo 30 mila euro ma la proposta, mediata dai sindacati è stata reputata irricevibile dall’amministrazione comunale. Pertanto si è proceduto con l’atto unilaterale con il quale la giunta Casini, forzando un po’ la mano vorrebbe imporre la propria visione in contrasto con i lavoratori.
Per questo la vicenda è finita dal prefetto, i sindacati si lamentano del comportamento assunto dal Comune di Sulmona perché mai negli anni si era vista un’intransigenza del genere.
Savino Monterisi
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