“Mi hanno violentata”, ma è una bufala. Indagata per simulazione di reato

La storia era sembrata da subito poco credibile e, d’altronde, la donna aveva rifiutato il ricovero all’ospedale di Castel di Sangro dove si era recata nel dicembre dello scorso anno denunciando di essere stata violentata da quattro colleghi e poi aveva fatto perdere le sue tracce da Alfedena, paese nel quale stava lavorando in un albergo. Ora, per lei, che aveva successivamente ammesso di essersi inventata tutto, è scattata l’iscrizione nel registro degli indagati: l’accusa è quella di simulazione di reato, perché comunque il suo racconto aveva fatto scattare il codice rosso e le indagini della procura contro ignoti.

I fantomatici violentatori, secondo il racconto fatto dalla 43enne di origine pugliese, erano stati quattro colleghi, due siciliani e due afghani, che con lei lavoravano come camerieri nell’albergo del centro montano dove si sarebbe consumata, secondo la fantasia della presunta vittima, la violenza sessuale. La 43enne aveva raccontato di essere stata drogata o narcotizzata e di essersi risvegliata nel corridoio dell’albergo mezza nuda.

Il racconto oltre che dalla stessa donna, era stato smentito però anche dalle telecamere interne dell’albergo, grazie alle quali si era scoperto che in realtà era caduta a terra perché ubriaca.

Ora rischia da uno a tre anni di reclusione.

1 Commento su "“Mi hanno violentata”, ma è una bufala. Indagata per simulazione di reato"

  1. Questa gente è ben più pericolosa dei violentatori

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