Mezzo secolo dalla maturità: le metamorfosi sotto gli occhi di Ovidio

Da quella maturità sono passati cinquant’anni. Loro, gli ex ragazzi del liceo Ovidio, dell’anno scolastico 1969, hanno deciso di tornare in piazza XX settembre, proprio lì dove mezzo secolo fa si diplomarono.

L’appuntamento è per oggi alle 10.30, nella prima domenica, si spera mite, di giugno, ricca di racconti e di ricordi. Si partirà dal loro liceo e dal Gran caffè, lo sguardo sarà a quella istituzione che li ha visti crescere, che li ha formati per cinque anni. Quella scuola, vanto cittadino, che da troppo tempo ormai resta ferma a guardare le lancette scorrere, ma senza sentire campanella alcuna, lasciata all’abbandono e allo scempio di ciò che è facile scorgere dalle finestre dell’edificio. Proprio per questo l’iniziativa delle classi del ‘69 vuole lanciare un messaggio di ritorno alla vita per quel liceo, affinché le future generazioni, prossime, possano tornare a viverlo nella sede storica.

 

 

Ci sono voluti dunque lunghi anni, l’idea di rivedersi era nell’aria da tempo, ma sempre rimandata tanto da arrivare a quota 50.  E così l’evento “Lodiamo i tempi passati, ma impariamo a muoverci nei nostri”. Saranno un’ottantina gli ex studenti per tre classi, due del classico, una femminile e l’altra maschile e una classe del liceo scientifico, allora abbinato al classico, l’unica ad essere mista. Qualcuno svela però che, precedentemente la scuola, tutta, aveva avuto classi miste, ma che il preside, a seguito di una gita studentesca un po’ movimentata, in cui a quanto pare le effusioni dei ragazzi avrebbero creato qualche imbarazzo e un paio di eredi, decise di ripristinarne la divisione e annullare tutte le gite. Altri tempi, mezzo secolo fa.

Per gli alunni dai capelli argentati sarà un’occasione per riportare alla mente aneddoti, ricordi, riguardare vecchie foto: quelle del biennio in bianco e nero e poi il cambiamento del triennio, con i colori, i capelli più lunghi, gli orli delle gonne accorciati, un filo di trucco. Un intervallo breve, quello dal ginnasio al liceo, cavalcato sull’onda della rivoluzione sessantottina: tre anni che sembrano essere secoli, una generazione e un mondo in metamorfosi sotto gli occhi di Ovidio.

E poi oggi: con un incontro per fare bilanci, parlare delle professionalità e dei traguardi raggiunti: avvocati, medici, imprenditori, docenti, ricercatori, ognuno con la propria storia da raccontare e un’altra da ascoltare. Il pensiero alle lezioni nelle aule del classico, il laboratorio, il teatro, il giornale, la vitalità del centro storico nelle mattine autunnali fino alla fine dell’anno scolastico, un respiro economico e sociale, dal tabaccaio, al cartolaio, al forno, al bar. Tra memorie, narrazioni, quell’amore per Ovidio e la consapevolezza che la città non abbia saputo celebrare degnamente il bimillenario e la grandezza del poeta.

L’ultimo messaggio, prima dell’appuntamento di oggi è più che mai un monito a fare, dopo il susseguirsi statico di amministrazioni, “che poco o nulla hanno fatto per la riapertura di questa scuola” sottolinea qualche ex studente, un augurio al liceo classico, al ritorno di fierezza e vita sotto lo sguardo di Ovidio.

Anna Spinosa

 

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