Dopo la sporcizia, gli atti vandalici, il cancello divelto, al Parco Fluviale è tempo di boccette di metadone in bella vista. Non una novità, già rinvenute in più zone di una città che allarma oltre che l’incuria del bene pubblico anche un disagio che si sta acuendo, almeno nelle manifestazioni materiali e relativi ritrovamenti, in Valle peligna, tra siringhe sotto il sole e quelle nella busta rinvenute nella giornate di pulizie nella vicina Pratola. Dicevamo non una novità, ma nemmeno un bello spettacolo se a inizio di una passeggiata, in quello che dovrebbe essere il polmone verde di Sulmona, te le ritrovi quasi sotto i piedi, in un’area destinata alla vita serena all’aria aperta, luogo di giochi, bambini che corrono, famiglie. Un parco che dovrebbe essere un posto tranquillo, tutelato, ebbene per il Daolio il condizionale è e resta d’obbligo, dai tempi dello scorso luglio in cui l’ex assessore Sinibaldi pensava all’ipotesi di una gestione sperimentale dei privati per l’estate, sino alle possibilità di rinascita espresse in occasione delle giornata di Primavera al parco giochi della zona Peep, dall’assessore Angelone che aveva sottolineato la futura presenza e collaborazione comunale nelle attività del comitato, con contributi economici per le manutenzioni e integrando nel progetto l’area del Parco fluviale al fine di favorirne una riqualificazione.
Al momento tutto resta al nastro di partenza, segno tangibile di una difficoltà annosa ad occuparsi del parco Fluviale che perde man mano connotazione e destinazione d’uso, per cedere il passo all’abuso in termini di inciviltà e pericolo. Insomma della gestione non si scorge traccia, non v’è ancora certezza, l’unica che si vede a chiari fatti è la gestione in solitaria dell’inciviltà e del degrado.
Nel frattempo si resterà a guardare, tra un bidone che rotola dalle gradinate, vetri a piè pari, scritte e atti vandalici, tutto a pochi passi dall’area giochi, si aspetterà ancora, fino al nuovo ritrovamento.
Anna Spinosa
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