Mercato che vai mercato che trovi. Sembra proprio essere questo l’ago della bilancia che darebbe la spinta giusta o meno alla fiera sulmonese. Perché nonostante in via Papa Giovanni di parcheggi ce ne siano parecchi, così come di servizi, se si vanno a fare i conti della serva su affluenze e incassi, spiegano alcuni ambulanti, il dato che salta fuori parlerebbe di perdita rispetto agli abituali appuntamenti di piazza. Se lo fanno piacere, dicono, storcendo il naso all’occupazione troppo lunga della giostra cavalleresca, che potrebbe essere ridimensionata, sottolineano, ad altri invece la zona piace, trovandola più comoda e più riparata ma si intende “nulla è come piazza Garibaldi”.
Parlando di cifre, al netto delle entrate c’è chi parla di 30 per cento con punte fino al 50 per cento di incassi in meno, complice il fatto che alcuni cittadini mal si districano tra il lungo serpentone del mercato temporaneo che occupa il ponte Capograssi, l’omonima piazza e via Papa Giovanni. Insomma potenziali clienti alla ricerca della bancarella dei desideri in un via vai su e giù di persone. Nostalgici delle piazza i sulmonesi specie i più anziani con carrellino alla mano, che fanno compere e ricordano i 60, 70 anni e oltre, di mercato vissuti, nella fiera storica sulmonese. Tra commercianti e cittadini, l’altro dato da tenere d’occhio è quello, oltre all’affluenza che a quanto pare scenda nel mese di occupazione specie negli appuntamenti del mercoledì, della capacità di spesa. Per capirci, gli ambulanti conoscono bene il sistema Sulmona, da anni, e, tra chi fugge dalla città, chi perde il lavoro, si tira sempre più la corda dello sconto o persino si bypassa l’acquisto.
Sulla proposta del mercato pomeridiano invece, i commercianti si dividono, da un lato quelli pronti al turn over tra i banchi e la merce esposta per fidelizzare la clientela che di mattino è in ufficio e dall’altro chi non ne vede ragione, ritenenolo quasi “inaffrontabile”. Di certo l’assenza del mercato in piazza Garibaldi che in questi giorni viene rispolverata in piazza Maggiore in occasione dell’agone, colpisce non poco gli ambulanti ma anche l’indotto del centro storico che con quel “sù e giù” dagli archi dell’acquedotto ci fa rientrare una buona giornata di lavoro. Proprio nei giorni delle messe in opera del moviemnto terra, a risentirne di più sono gli esercenti di piazza, abbandonati dal mercato e che, per il ricambio di clientela, dovranno davvero aspettare quello che ormai da anni è divenuto il leitmotiv cittadino “che la giostra abbia inizio”.
A.S.
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