Doveva essere “un obiettivo strategico e prioritario”, da conseguire a tutti i costi “entro febbraio”, una “gara verde con servizi a ridotto impatto ambientale”, una gara vera di respiro europeo insomma, dopo quattro anni di proroghe, affidamenti diretti, garette sotto soglia. Gli uffici avrebbero dovuto incartarla entro questo mese per fare in modo che dal prossimo anno scolastico la refezione per gli alunni delle materne, primarie e medie di Sulmona, fosse fornita in base ai criteri di legge e delle leggi del mercato.
E invece, non solo non si è vista nessuna gara europea, ma neanche una garetta a breve termine, neanche per arrivare alla fine di questo anno scolastico. Neanche a fine mese.
Ieri, infatti, il Comune di Sulmona, ha effettuato l’ennesimo (il terzo dall’inizio dell’anno) e consecutivo affidamento diretto del servizio. Senza gara e senza bando, per i soliti 40mila euro che non richiedono sforzi e confronti con il mercato. Alla Coselp, ovviamente, la società cooperativa che il servizio lo monopolizza dal 2010, gli ultimi quattro anni dei quali senza aver avuto nei fatti concorrenti proprio per la mancata attuazione della legge sui bandi europei, quella cioè che stabilisce che i servizi non vanno spezzettati se sono continuati e che bisogna programmare una gara per essi di almeno tre anni (un appalto insomma da 1,5 milioni di euro circa).
La fornitura prevede l’erogazione di 8.988 pasti che a 4,45 euro fanno più o meno 40mila euro tondi. Secondo i calcoli dovrebbero durare per le scuole di Sulmona fino al 23 febbraio, dopo di che non è chiaro cosa accadrà. L’indirizzo è infatti, in attesa delle leggendaria e fantomatica gara europea, quello di fare un’altra mini gara, sempre sotto soglia, da 200mila euro per coprire il periodo che va dal primo marzo al primo giugno. E messo che si riesca a concludere nel frattempo, non si capisce come sarà coperto il servizio nei cinque giorni mancanti (dal 23 al 28 febbraio).
Si potrebbe verificare di nuovo insomma quanto già accaduto a dicembre scorso, quando il servizio venne semplicemente interrotto, lasciando gli studenti più grandi senza pranzo.
In Quaresima, d’altronde, non ci si può neanche lamentare.
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