Il 4 ottobre è “l’obiettivo intorno al quale – scrive così l’assessore Berardi – è impegnata l’amministrazione per l’attivazione del servizio di refezione scolastica”. Una buona notizia, insomma, se solo ci si riuscisse a credere. Perché la burocrazia è tutt’altro dai desiderata degli assessori e delle famiglie sulmonesi. Tant’è che ad oggi, ad una settimana cioè dalla presunta tavola imbandita, non è ancora stato autorizzato un centro cottura, né è stato sottoscritto il contratto, né sono stati formalmente assorbiti i trenta lavoratori che dalla EP e dalla Coselp dovrebbero passare alla nuova concessionaria Ri.Ca.
Certo, come ribadisce il Comune, c’è “la disponibilità dell’impresa aggiudicatrice” e “sono state attivate tutte le procedure per il perfezionamento del contratto”, ma la buona volontà potrebbe non bastare. I tempi tecnici per l’autorizzazione del centro cottura, che dovrebbe essere quello del San Raffaele, richiederanno verosimilmente più di qualche giorno, forse settimane, e solo dopo avute le autorizzazioni si potrà sottoscrivere il contratto d’appalto.
C’è di più però: la EP, seconda classificata in graduatoria, ha infatti proceduto ieri a fare un accesso agli atti per verificare la possibile decadenza dell’appalto affidato a giugno scorso. Il motivo risiede proprio nel centro cottura che la ditta di Somma Vesuviana aveva indicato in un ristorante di Bugnara, poi dimostratosi inadeguato. Per quel centro cottura, infatti, la Ri.Ca. ha ottenuto un punteggio, anzi il massimo punteggio e, con la nuova location, messo che sarà confermata, dovrebbe essere rivalutato. Dal centro cottura, dalla sua lontananza e dalla sua dotazione, d’altronde, dipende anche la valutazione cosiddetta “verde”, ovvero dell’impatto ambientale. Passaggio che potrebbe apportare ancora altri punti di scarto. E la differenza in graduatoria tra la Ri.Ca. e la EP è di pochi punti.
Secondo la EP, insomma, dovrebbe essere rivalutata la graduatoria alla luce delle novità sopraggiunte, anche se formalmente i tempi per il ricorso sono scaduti.
Per non farsi trovare impreparate, intanto, le scuole, si sono organizzate: da lunedì il polo della Lombardo-Radice-Di Stefano e Serafini-Ovidio partirà con il tempo pieno i il pranzo da casa, mentre le Masciangioli-Capograssi definiranno martedì prossimo il nuovo regolamento con la possibilità di portare il cibo da casa a partire dal 7 o 8 ottobre.
Le materne, ovviamente, restano a digiuno, o almeno senza il tempo pieno.
Domanda, dal verbale di gara risulta aver attribuito alla RiCo il punteggio massimo per quanto concerne la vicinanza del centro cottura. Qualcuno può spiegare questo visto che ad oggi non c’è nulla? Senza tener conto che il centro cottura deve essere in possesso della UNI ISO 22000 e per procedere con l’audit ci vogliono dai 3 ai 6 mesi.
A pagina 28 del disciplinare relativamente al contenuto della busta B “offerta tecnica” andavano indicati i tempi di percorrenza dal centro cottura ai vari plessi. Ora considerato che ad oggi questo centro non c’è, che valori sono stati riportati? È possibile fare chiarezza? La politica che dice? Lo scorso anno successe il finimondo. Per non parlare poi del fatto che si dovrà attivare anche il portale telematico per la gestione dei ticket sperando che vada tutto bene.
Vista la situazione
Un bel panino è la soluzione migliore !
Come mai la Ri.co che come poi asserito ha già la gestione della cucina del San Raffaele, non ha indicato come centro cottura lo stesso, che è sicuramente più prossimo del ristorante sito in Bugnara? Forse consapevole che preparare pasti per bimbi in una cucina inserita in una struttura sanitaria, tra l’altro salita alle cronache nel triste periodo COVID, non sarebbe stato ben accetto dai genitori dei piccoli?
A voler essere buoni questa è l’ipotesi meno preoccupante.