Evidentemente fake news montata ad arte non era quella del bambino di quattro anni rimasto senza pasto per un debito di 8 euro e novantasette centesimi verso la mensa scolastica. Anche perché, se fosse realmente stata “fake”, oggi non sarebbe stato necessario il mega summit dove tutti gli attori in causa sono saliti sul palcoscenico. Dalla Asl alle ditte che gestiscono il servizio di refezione scolastica. Dall’Amministrazione Comunale di Sulmona ai dirigenti dei plessi scolastici interessati dal servizio. Tutti riuniti presso l’ex caserma Pace per risolvere il cortocircuito che più volte si sarebbe ripetuto nella fase iniziale del corrente anno scolastico.
Il ripristino dell’alert è stato il primo punto all’ordine del giorno discusso durante il vertice. L’avviso alle famiglie arriverà quando mancheranno tre pasti all’esaurimento del credito. E se non bastasse, si è deciso di essere ancora più elastici per i genitori più smemorati. Agli alunni le cui famiglie risulteranno “morose”, verranno comunque serviti fino a cinque pasti nonostante i mancati pagamenti. Dal sesto in poi, invece, si resterà a bocca asciutta. Un margine di tolleranza considerevole per poter tornare in regola con i pagamenti e, allo stesso tempo, per assicurare un piatto caldo ai bambini. Scelta presa nonostante l’alto numero di inadempienti registrato appena cinque mesi fa, dove i conti a fine anno recitavano un rosso di undicimila euro per pasti erogati ma mai pagati. Il Comune, intanto, si farà carico dei costi dei pasti extra che le ditte porteranno all’interno delle mense.
A breve, inoltre, verrà ricomposta la commissione mensa. Un organo di informazione e consultazione senza poteri e funzioni di tipo decisorio o vincolante. Alla commissione il compito di svolgere il ruolo di collegamento tra utenti e Amministrazione Comunale e di consulenza per quanto riguarda le variazioni del menù scolastico, nonché le modalità di erogazione del servizio. La composizione è variabile, ma nei casi più comuni è costituita dal Presidente del Consiglio d’Istituto; due rappresentanti dei genitori della scuola dell’Infanzia; due rappresentanti dei genitori della scuola primaria (che usufruiscono del servizio mensa); un rappresentante del corpo docente e un rappresentante del Comune. A titolo gratuito parteciperà anche la Asl.
Intanto la notizia è rimbalzata, oltre che sulla cronaca nazionale, anche su quella internazionale, con la pubblicazione sulla versione spagnola on-line dell’Huffington Post.
Di pasti erogati e non pagati per 11.000 euro pero’ non ne hanno parlato.
Non capisco perché non si provveda alla messa in mora utilizzando l’avvocatura dello stato che sta già pagata dai contribuenti