Il ritorno degli scritti della Maturità è un pendolo che oscilla tra la nostalgia di chi quel pezzo di carta lo ha già portato a casa e pensa a cosa darebbe per poter tornare a intonare i versi di Antonello Venditti a poche ore dal suo ultimo tema scolastico e il panico, l’incertezza e i dubbi che si sono nascosti per due anni dietro allo schermo di un pc insieme ad abbracci, lacrime e sorrisi. Torneranno le prove scritte nelle scuole secondarie di II grado. Soprattutto torneranno le prove d’indirizzo (ovvero la seconda prova), diverse per ogni corso di studi. Matematica allo scientifico, latino o greco al liceo classico, lingua comunitaria al linguistico e così via. Insomma, lo scoglio più duro sul quale gli studenti andranno a sbattere. Ieri, infatti, 100.000 studenti in gran parte della Penisola hanno manifestato. Vuoi per la sicurezza. Vuoi per l’incertezza che già attanaglia oggi il mondo scolastico e figuriamoci tra quattro mesi. Vuoi per la semplice paura di avere davanti il foglio bianco del primo esame più importante della tua vita quando in solitudine già ci si è stati per troppo tempo dentro quelle camerette.
Nessuna manifestazione, invece, nel territorio peligno-sangrino, salvo qualche sporadico caso che più che uno sciopero è sembrato un pretesto per anticipare il meritato riposo del fine settimana. C’è poi chi dissente ma si presenta comunque tra i banchi. “Oggi sono venuto a scuola ma sono in disaccordo con il ripristino della seconda prova – spiega uno studente dell’Alto Sangro – Dopo due anni di Dad non ci sentiamo preparati per affrontare un esame così impegnativo”.
La didattica a distanza, presto, andrà in pensione. O meglio, sarà molto più complessa da applicare dal prossimo 7 febbraio per le scuole secondarie di II grado con l’entrata in vigore del nuovo decreto del Governo, sentito il parere del Cts. Con un alunno positivo in classe l’attività didattica proseguirà per tutti in presenza con l’utilizzo della mascherina FFP2 da parte di alunni e docenti. Scenario diverso con due o più alunni positivi: continuerà a recarsi in classe chi ha concluso il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni o è guarito da meno di 120 giorni o ha effettuato il richiamo. Il tutto con mascherine Ffp2 per dieci giorni. Per tutti gli altri (non vaccinati o con ciclo vaccinale concluso da oltre 120 giorni) ci sarà la didattica digitale integrata per 5 giorni.
Norme che hanno aperto svariate discussioni all’interno del mondo scuola. “Sulle nuove norme personalmente non mi trovo d’accordo – spiega il dirigente del Polo Scientifico, Massimo Di Paolo – Pensare che un lavoratore scolastico debba rimanere a scuola nonostante la presenza dei positivi è una richiesta difficile da imporre. Diciamo che il nuovo decreto mette in crisi la tutela della sicurezza nel mondo del lavoro. Abbattere questo paradigma sta passando inosservato. Io sono favorevole al rientro ma in modo sicuro. Allo stesso tempo sono del parere che l’utilizzo di una Dad potenziata ed evoluta sia possibile”.
“Il ripristino delle due prove scritte per la Maturità ha un significato preciso – prosegue Massimo Di Paolo – Il ministero e il governo vogliono far passare il messaggio di una normalizzazione. Così non è, poiché nonostante gli indicatori la situazione pandemica è ancora presente. Non bisogna fare un discorso scientifico, quanto di comunità e la scuola è di per sé una comunità. Bisogna considerare che molte scuole montante, dell’entroterra oppure gli stessi istituti professionali hanno avuto una didattica intaccata e con disagi rispetto ai grandi centri urbani o le metropoli super connesse. Non era il momento del ripristino degli esami di Stato in questa modalità. Anche perché l’esame deve avere un principio di equità e di simmetria delle prove: tutti gli studenti devono essere valutati sugli stessi contenuti. Se si delega a 100.000 consigli di classe la formazione della seconda prova (quella d’indirizzo, ndr.) questo principio di equità viene meno. Sarebbe stato corretto, invece, far fare unicamente la prova d’Italiano comune e poi il colloquio. Qui da noi manifestazioni studentesche non ce ne sono state, ma gli studenti sono aperti al confronto e già oggi al liceo Scientifico ci sarà un’assemblea d’istituto dove immagino gli studenti discuteranno proprio di queste tematiche”.
Questa Maturità scritta, alla fine, sembra solo il governo a volerla fare. Gli studenti non possono che condividere lo stesso pensiero che ha attraversato le menti di tutte le generazioni precedenti, e che si ripresenterà a in testa a quelle future: “T’avessi preso prima…”.
Valerio Di Fonso
Per quanto mi riguarda l’esame di stato andrebbe abolito. La percentuale dei promossi è del 99,9% la stessa della carie dentale che ci colpisce. Cui prodest? Nemmeno i professori la vorrebbero più, malpagati e perdita di tempo. Allora cosa aspettate? Aboliteli e basta. In seguito abolirete anche la scuola. Ed ognuno per la propria strada.
Essendo previsti nell’articolo 33 della costituzione è piuttosto difficile abolirli, ci sarebbe da fare tutto l’iter per la revisione degli articoli della costituzione.
Perché il dirigente asserisce che la seconda prova viene preparata dal consiglio di classe?
In realtà la predisposizione della seconda prova è competenza esclusiva della commissione di esame coordinata da un presidente di commissione esterno e non dal dirigente scolastico. La predisposizione con molto anticipo da parte del consiglio di classe può dar luogo a fughe di notizie, con conoscenza da parte degli esaminando del contenuto della prova stessa.
Non sarebbe corretto nei confronti dei ragazzi che si sono realmente impegnati durante l’intero corso di studi.
Occorre tornare alla normalità…bene le due prove scritte.
Sono due anni che l’Italia è ferma, che si incarta con continui e cervellotici provvedimenti .
Va bene per il primo periodo della pandemia, ma ora bisogna andare avanti !!
Altrimenti non ci sarà futuro per noi ed i nostri figli .
In realtà sarebbe molto più serio, sottoporre i maturandi, anziché agli esami di stato, a dei test nazionali OBLIGATORI in ambiente controllato (no a scuola con i propri docenti) e distinti per aree disciplinari i cui risultati verrebbero presi a riferimento per l’ammissione alle varie facoltà, superando così i vari test di ammissione e prove preselettive varie.
In tal modo emergerebbero i più bravi e preparati.
Lei chiaramente non è un maturando perché se lo fosse comprenderebbe l’assurdità delle sue parole.
La dad ha fortemente danneggiato noi studenti che per tutto il triennio ci siamo ritrovati a frequentare le lezioni al 50% al 70% all’80% in presenza o direttamente tutti da casa con connessioni pessime e con professori spesso non in grado svolgere il proprio lavoro correttamente. Siamo stati sobbarcati di lavoro da compiere in autonomia e tutta questa situazione ha portato a un rendimento minore da parte di noi studenti (provati anche psicologicamente) e uno svolgimento parziale dei programmi. Difatti la mia classe (una quinta ) si ritrova attualmente indietro nelle materie di indirizzo ovvero matematica e fisica. Per quanto riguarda quest’ultima stiamo ancora ultimando il programma del quarto liceo e il nostro professore per di più probabilmente non potrà più venire a scuola (e chissà quando arriverà un supplente). Noi studenti siamo vittime di un sistema che non funziona. Quindi non possiamo tornare alla normalità perché non ci è concesso proprio da persone che come lei pretendono di pronunciarsi senza considerare la realtà dei fatti e senza calarsi nei panni dei diretti interessati.
In questa fase molto delicata riguardante la pandemia gli studenti non sono pronti ad affrontare tutto ciò servirebbe una maturità come i due anni precedenti ascoltate i ragazzi