Anche dietro le sbarre si può apprendere e maturare. Lo sanno bene i quattordici studenti-ristretti dell’Istituto Agrario “A. Serpieri” nella sede della Casa di Reclusione di Sulmona che hanno affrontato l’esame di Maturità. Una possibilità di riscatto, sociale e culturale, che ha portato al completamento degli studi e conseguire il diploma.
“L’esperienza in qualità di Presidente agli Esami di Stato, presso la sede Casa di Reclusione di Sulmona, è stata una tra quelle che, nei miei quarant’anni di scuola, considero tra le più significative che abbia mai fatto sul piano umano e professionale”, racconta la Presidente della Commissione Agata Nonnati, evidenziando l’emozione ed il grande desiderio dei detenuti di dimostrare il meglio di sé, con l’aiuto di quei docenti che ogni giorno scelgono di fare scuola in un luogo dove la loro straordinaria presenza dimostra come quelle ore di lezione possano rappresentare una speranza che illumina le giornate, grazie al rapporto umano che accende motivazione e desiderio di apprendere.
“Un ringraziamento alla commissione e, in particolare, ai commissari interni e alla prof.ssa Daniela Verzino, referente della sede carceraria, che hanno dimostrato come la scuola possa cambiare destini che sembrano già segnati”, aggiunge la Presidente Nonnati.
I docenti Maria Clara Patierno e Antonietta Ferrucci, Commissari esterni, sottolineano quanto sia stato emozionante “vedere uomini adulti agitati come ragazzini”, riconoscendo loro il merito di essersi impegnati al massimo, mossi da un forte desiderio di rivalsa e di affermazione di una personale scelta consapevole, e descrivendo l’esperienza di partecipare come membri esterni all’Esame di Stato in una Casa di Reclusione come profondamente formativa, nella convinzione del valore salvifico della cultura.
“Professore, voi siete una finestra sul mondo”: è la frase che, in tanti anni di insegnamento nella sede carceraria di Sulmona, ha sempre colpito ed emozionato il prof. Paolo Di Persio, docente di Scienze Agrarie e Commissario interno agli esami di maturità, che mette in rilievo come possa dare una particolare soddisfazione fare lezione a persone adulte, che in precedenza non hanno avuto né la possibilità né le condizioni per studiare, a causa dei loro trascorsi travagliati.
Daniela Verzino, docente di Italiano e Storia, Commissario interno e Responsabile della sede I.P.A.A., insegna in carcere da otto anni e racconta il senso di umanità trasmesso dagli studenti-ristretti, il loro rispetto e l’educazione nei confronti degli insegnanti, il desiderio di apprendere, nonostante non siano dei ragazzi in età scolare, sottolineando come ogni anno, agli Esami di Stato, si rinnovino le emozioni per i docenti, ma soprattutto per i candidati, nell’affrontare un momento della propria esistenza che ciascuno ricorderà per sempre: la scuola rappresenta una notevole opportunità per trasmettere agli studenti un senso di rinascita, e l’approfondimento di aspetti culturali specifici contribuisce ad arricchire ed a formare la loro personalità, favorendo una crescita interiore che migliora la qualità della loro vita.
“Ringrazio tutti i componenti della Commissione, ed in particolare la Presidente Agata Nonnati, che hanno dimostrato grande professionalità, ma anche sensibilità nei confronti dei nostri studenti – conclude la professoressa Verzino – ed un ringraziamento sentito va al Dirigente Scolastico dell’Istituto Agrario “Arrigo Serpieri” Francesco Di Girolamo, a tutti i docenti, al Direttore della Casa di Reclusione Stefano Liberatore, alla Dott.ssa Ranalli, Capo Area Trattamentale, alle Educatrici ed a tutti gli operatori penitenziari e scolastici, che lavorano quotidianamente in sinergia per la realizzazione di un percorso formativo, che si rivela importantissimo in tale contesto, merito del lavoro di equipe che pone al centro dell’attenzione gli studenti-ristretti, ai quali è garantito il diritto all’istruzione ed è consentito di fare tesoro della cultura, in previsione di un futuro migliore”.
Vorrei ricordarvi che per stare al gabbiotto in Italia significa che il debito da pagare nei confronti della società è enorme. Non capisco tutto questo livore. Non ho visto notizie in pompa magna per quello che stando fuori rispettano la legge
Immagino che i più bravi abbiano preso cento e frode…
gentile Spot, ti invito al leggere la parabola della pecora smarrita raccontata nel Vangelo secondo Matteo (18,12-14), nel Vangelo secondo Luca (15,3-7) e citata anche nel Vangelo di Tommaso . Non abbiate odio verso il prossimo. Chi opera bene non ha bisogno di proclami o luci perchè ha ed avrà la grazia di DIO.