Non ci sono pericoli per i fondi dell’Abbazia Celestiniana, quei 12 milioni di euro inseriti nel Masterplan che, secondo alcuni, a partire dal sindaco, passando per l’ex presidente del Parco Majella, fino ad arrivare al consigliere regionale Andrea Gerosolimo, sarebbero a rischio a causa del decreto Genova con cui il governo, nei fatti, pesca 250 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) per l’Abruzzo e il Lazio per finanziare nell’immediato la messa in sicurezza dell’A24 e dell’A25.
A chiarirlo sono il direttore della Regione Vincenzo Rivera e il responsabile unico del procedimento Emidio Primavera, che spiegano come i 12 milioni per l’Abbazia siano solo in parte interessati da quello che il Pd ha definito “uno scippo”, ma che in realtà, come si vedrà, non è altro che un’anticipazione di cassa che, almeno sull’Abbazia, non avrà nessun peso.
Basta d’altronde leggersi le carte, quelle ufficiali che pure il Comune e il sindaco Annamaria Casini ha sottoscritto nel novembre del 2016 quando venne siglato l’accordo con la Regione. Dei 12 milioni di euro stanziati, infatti, solo 6 attingono alla delibera Cipe 26 del 2016 e relativa al Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020, ovvero quello (dal valore complessivo di 753 milioni di euro) da cui il decreto Genova prevede di prendere 250 milioni di euro al fine di anticipare le somme necessarie agli interventi sulla Strada dei Parchi.
L’altra metà dei fondi per l’Abbazia, infatti, sono iscritti nei fondi Par-Fas 2007/2013 e Fers 2014/2020: un’altra linea di finanziamento, insomma, che non verrà toccata dal decreto Genova.
Resta l’incognita degli altri 6 milioni di euro derivanti dalla delibera Cipe 26 che, però, come ha spiegato oggi lo stesso ministro Danilo Toninelli, non sono una vera e propria decurtazione del fondo. “In realtà il decreto Genova – conferma Vincenzo Rivera – non toglie i soldi alla delibera Cipe, ma, come dire, li prende in prestito. Nel senso che gli stessi fondi saranno ripristinati con due anni di ritardo a partire dal 2021. Questo certamente porterà a congelare tutti i progetti che sono stati avviati per due anni perché nei fatti ci svuota per il 2019 e il 2020 la cassa disponibile e per la nostra regione è un danno notevole, ma comunque i soldi torneranno in cassa tra due anni. Quelli veramente a rischio sono una parte residuale – continua il direttore della Regione Abruzzo – perché dei 750 milioni di euro, finora ne abbiamo impegnati già 700 (i primi in Italia) di cui 536 già avviati con anticipazioni e quelli impegnati non possono sparire”.
Tra quelli impegnati ci sono anche quelli dell’Abbazia: “Con la firma della convenzione – aggiunge il rup Primavera – nei fatti l’Abbazia è rientrata già nelle obbligazioni giuridicamente vincolanti. Quindi i 6 milioni di euro a rischio saranno comunque ripristinati nel 2021”.
Non sarà un gran problema visto che l’Abbazia si trova già oggi con due anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia che era stata prevista: stando al cronoprogramma sottoscritto nel 2016, infatti, a quest’ora l’Abbazia doveva essere in fase di collaudo dei lavori che sarebbero dovuti iniziare nel luglio del 2017, ma di cui non si vede ancora l’inizio. Se per un improbabile ma auspicato impazzimento burocratico dovessero essere accelerate le procedure, poi, ci sono da spendere già i 6 milioni che non fanno parte del Fsc.
E tra due o tre anni, chissà, qualcuno potrà venire a visitare la nostra Abbazia Celestiniana da Roma senza rischiare di finire sotto un ponte.
Quella che è stata firmata non è la Convenzione ma un semplice “accordo” fra le parti che non alcun valore giuridico esterno
Non si comprende comunque per quale malpolitica, si debbano sperperare 12 milioni per un rudere che non avrà nessuna funzione futura, se localizzato in una zona depressa abitata da vecchietti, poveri disagiati mentali e squattrinati ed in corso di irrimediabile spopolamento. Ciò in una nazione che già deve sopportare uno dei più elevati debiti del mondo.
Sullo sperpero di danaro pubblico se ne può anche parlare, ma l’offendere le persone è un tantino offensivo e dovrebbe scusarsi con loro.