Il cantiere potrebbe essere consegnato già la prossima settimana, con tutto il piombo sui piedi necessario quando si parla della scuola Masciangioli. La giunta comunale di Sulmona ha infatti sbloccato la decisione sulle cosiddette riserve, senza però essere stata in grado di trovare le risorse necessarie a coprire la differenza di circa 500mila euro.
Dopo aver bussato inutilmente alle porte dell’ufficio sisma di Fossa, dove il sindaco si era recata qualche mese fa riservando grandi speranze e promesse, infatti, il Comune ha deciso che farà una scuola a metà, o quasi. “Non sussistono elementi di novità riferiti ad ulteriori fondi da destinare alle opere di che trattasi” si legge nella delibera di indirizzo che autorizza il dirigente a sottoscrivere il contratto con la ditta appaltatrice e infatti da Fossa, al Comune, che aveva scritto e chiesto fondi aggiuntivi nel luglio scorso, non gli hanno neanche risposto.
Dal piano dei lavori, così, spariscono gli interventi sulle mense e gli archivi del piano interrato e la sistemazione delle zone esterne, dove dovevano essere installati parchi giochi e prato. Il cantiere riguarderà insomma per il momento solo l’adeguamento strutturale dei piani fuori terra, in modo da dare almeno un “rifugio” sicuro agli studenti delle materne e delle primarie, cacciati dall’edificio di via Mazzini più di tre anni fa ed attualmente sistemati nei Musp.
Va da sé che la promessa, una delle tante, di rientare a Natale 2019 nella scuola, non sarà ovviamente rispettata, perchè i lavori, per un importo di circa 3,5 milioni di euro, dureranno se tutto va bene almeno sei mesi. Previsione ottimistica. La speranza è di poter rientrare in classe, nella scuola a metà, a settembre del 2020, con l’auspicio che nel frattempo il Comune riesca a ritagliare qualche soldo per completare l’opera come da progetto.
Già avere un tetto sulla testa e dei veri muri intorno, però, sarebbe un traguardo. Se non altro per togliere alla mercé di vandali e tossicodipendenti la scuola.
Vorrei proprio vedere quali danni ha fatto il terremoto. Credo pochissimi. Il fascismo è stata la dittatura che sappiamo, ma le scuole le faceva a regola d’arte. Solide, spaziose, forti, resistenti.
C’è un mondo che ci sfugge intorno al terremoto. Per esempio il liceo classico è chiuso. Sempre per il terremoto. Ma i tecnici che l’ha visitato sostengono che c’è solo una parete lesionata. Per una parete si blocca una scuola a tempo indeterminato. Ma dove sono le autorità che dovrebbero controllare, accertarsi di persona. Che sollevino il sedere dalla poltrona e vadano a vedere!