Si inizierà con la pulizia del piazzale per poter montare poi le impalcature e questa volta sembra essere tutto vero: da oggi, dopo otto anni da quando la voce entrò nel programma delle opere pubbliche di Sulmona, il cantiere per la messa in sicurezza delle scuole Masciangioli di via Mazzini, finalmente partirà.
E con la partenza dei lavori, l’apertura del cantiere e lo “svincolo” dei 3,8 milioni di euro, come in un sillogismo aristotelico, si riattiverà un’arteria dell’economia locale che vuol dire, principalmente, lavoro. La manodopera, dice il progettista della società Consorzio Pangea che si è aggiudicata l’appalto, sarà consistente: “Tra i trenta e i quaranta operai – spiega l’architetto Roberto Di Ramio – che lavoreranno intensamente sul cantiere, perché il nostro obiettivo, dopo tanti anni di attesa e tante peripezie burocratiche, è quello di restituire il prima possibile la scuola a Sulmona”. E, Di Ramio, lo dice da sulmonese di origine, prima che da responsabile della società. Così come da sulmonese ci tiene a riservare almeno una parte di questi posti di lavoro alla manodopera locale: “Almeno una decina di operai del posto saranno presi subito – continua Di Ramio – tenendo conto che si tratta di un cantiere che durerà almeno fino a primavera e che quindi potranno aprirsi anche altre posizioni nel tempo”.
Una buona opportunità, insomma, in un cantiere che è uno dei più grandi (e anche uno dei pochi) aperti a Sulmona negli ultimi anni.
Un taglio di inizio atteso da troppo tempo, con l’appalto che in realtà sarebbe dovuto iniziare nel 2016, quando cioè vennero formalmente affidati i lavori per la scuola. Ma che tra ricorsi, errori e ritardi, si è trascinato nel tempo, fino a rischiare di non partire per questioni economiche. Nonostante i soldi in cassa, infatti, il ritardo ha comportato l’aumento dei prezzi delle materie prime, tanto da costringere il direttore dei lavori, dopo una lunga trattativa, a presentare un progetto “monco” pur di stare nella cifra stanziata già nel 2012, di circa 500mila euro inferiore a quella che realmente sarebbe necessaria oggi.
Così la scuola sarà adeguata sismicamente con la installazione di ammortizzatori nelle fondamenta, ma i piani interrati e i lavori di sistemazione del giardino esterno (dove erano previsti parchi giochi anche per i bambini della materna) resteranno al momento in sospeso. Sarà compito dell’amministrazione comunale, probabilmente della prossima, trovare fondi aggiuntivi per concludere l’opera, tenendo conto che l’ufficio di Fossa non ha neanche risposto alla questua fatta dal Comune.
La riapertura della scuola, prevista, con o senza le opere “aggiuntive”, per settembre 2020, almeno, permetterà di smontare i Musp e, contestualmente alla restituzione del cantiere delle Capograssi, già avviato, di superare un’emergenza logistica nelle scuole che dura da oltre tre anni.
sono interessato al lavoro