L’idea di fare dell’Annunziata di Sulmona un ospedale no Covid è probabilmente già sfumata. E’ quanto ha fatto capire ieri sera il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio che, rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa, ha spiegato come il piano sia sfumato per motivi contingenti.
“Sulmona non era stato programmato per essere un ospedale Covid – ha detto il presidente – ma abbiamo dovuto sacrificarlo perché c’è stata un’emergenza (anche se il paziente è stato quasi sette ore “parcheggiato” nel pre triage di Castel di Sangro, ndr), con un paziente di Castel di Sangro che rischiava di non arrivare vivo all’Aquila. Lungo la strada c’era Sulmona e così abbiamo occupato il posto letto che aveva a disposizione. Purtroppo loro malgrado ci sono ospedali, come nel caso di Sulmona, che diventano ospedali Covid, per urgenze o perché magari entra un paziente infetto e scoppia il contagio nel reparto”.
Un’esperienza, quella vissuta in questa emergenza, che ha dimostrato “l’importanza di presidi attrezzati sul territorio – ha aggiunto Marsilio -. In tempo di pace si fanno tanti tagli, ma poi ci si rende conto che questi presidi sono importanti sul territorio. E d’altronde lo avevamo già intuito, battendoci per il punto nascita dell’ospedale di Sulmona. Mi auguro che quando torneranno i tempi di pace, la programmazione sanitaria possa essere più flessibile”.
Per Sulmona una buona notizia a metà, perché se da una parte si riconosce la strategicità dell’ospedale (e chissà se verrà riconosciuta anche quando si dovrà discutere di unita operative complesse), dall’altra lo stesso presidio sembra dover rinunciare ad essere di supporto alla gestione dei pazienti “normali”, tant’è che lo stesso Marsilio ha fatto riferimento in alternativa all’ospedale di Popoli come centro no Covid su questa fetta di territorio regionale.
Al di là del ruolo da recitare, e al quale comunque a lungo andare probabilmente Sulmona non avrebbe potuto sfuggire, c’è però da sottolineare la difficoltà alla quale ora l’Annunziata si trova davanti: senza avere un reparto di malattie infettive, né personale specializzato nel trattamento di questo tipo di pazienti (al di là della professionalità degli operatori), ma nella consapevolezza di essere d’improvviso diventato un ospedale Covid. Non ci sarà da meravigliarsi se il prossimo investimento sulle camere a pressione negativa, insomma, venisse fatto anche sugli altri posti letto di rianimazione (otto in tutto) presenti a Sulmona.
Per buona pace di chi, a partire dalla sindaca, continua a rivendicare un altro ruolo.
Marsilio dimentica di dire (ma forse non sa per motivi di residenza) che Sulmona è in stato di guerra con la Regione da decenni e che ha sempre perso tutte le battaglie; questo per mancanza di volere e di guida politica, come non di meno di inettitudine dei rappresentanti territoriali, ma non è ora questo motivo di discussione. Ora il problema è un altro, ma non dimentichi l’augurio che ha fatto alla città, perchè se non la guerra, ma questa battaglia finirà!!!
INSIEME CE LA FAREMO!
Tutte queste problematiche sugli ospedali sono accadute perché in momenti “normali” sono stati fatti tagli alla sanità abruzzese e manovre scellerate come depotenziare l’ospedale di popoli e quello di Sulmona. Ora noi cittadini stiamo pagando questa situazione di guerra. Spero che quando sia finito tutto, si farà una buona manovra per risanare la nostra sanità regionale.malgrado tutto.C’è la faremo…come sempre!!
La sindaca se ne faccia una ragione e si adoperi per far attrezzare ed espandere l’ospedale di Sulmona, in tempi di pace ci tornerà utile.
La sindaca predica bene ma razzola male…..prima scappano i buoi poi chiude il recinto….quando hanno declassato l’ospedale la sua amministrazione ha dato il bene placido…non dimentichiamo il passato.
Ospedale di Sulmona viene sempre sacrificato sempre:
per il tagli…..
ora per il COVID-19….
l’importante si trova sempre qualcosa da sacrificare…..
Sulmona è un luogo dimenticato. Non ha un’economia ed i giovani scappano e non tornano più. Con il virus questo isolamento era un vantaggio perché non avevamo casi. Ma invece di chiedere alla vostra amministrazione di sorvegliare e monitorare ingressi e spostamenti da e verso le zone infette e difendere il nostro presidio ospedaliero vi siete messi a fare le foto ai runner…sarò io ma non capisco la logica
Solo per capire la logica del suo post, non riesco ad identificarne il/i soggetto/i. Chi doveva chiedere all’amministrazione? Chi l’autore delle foto ai runner?
Egregio sig.Temp, dalla sua domanda arguisco che ignora le modalità di partecipazione del cittadino alla democrazia o magari ne ha solo una infarinatura data dalla visione distorta che ne ha dato in Italia il M5s. Posso consigliarLe delle letture che possano, in questo periodo di quarantena, colmare tale lacuna…scherzavo, si arrangi con internet 😉
Sig. Fuji, ha ragione, era tutto chiaro.
Ora meno 😉
E comunque, quanta confusione! Non è questo il momento di parlarne. Ma ne parleremo, eccome!